Lucia Guglielminetti's books on Goodreads
Sette giorni per i lupi Sette giorni per i lupi (RVH, #2)
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Ascesa alle Tenebre Ascesa alle Tenebre (RVH, #1)
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-2-

 

 

 

  Raistan era molto contento di come stavano andando le cose al Cages.

Nei tre giorni di apertura settimanale avevano sempre registrato il pienone, e sospettava che il merito fosse soprattutto delle due gigantesche gabbie che torreggiavano al centro del locale. Nella prima, le due ballerine vampire, Noy e Amanda, attiravano ignari umani e li portavano a un passo dall'estasi, pur pretendendo qualcosa in cambio, ma in modo molto discreto. Finora nessuno si era lamentato, e la fila per entrare era sempre chilometrica. A dire il vero c'era stato il fastidioso articolo di quella giornalista, sicuramente una puttana femminista, che aveva definito il Cages come un ‘covo per maschi pieni di testosterone ma poco cervello, come il suo proprietario’. Quando lo aveva letto aveva riso a lungo, e si era ripromesso di riservare un po' dei suoi ormoni per la stronza, se avesse osato ripresentarsi, ma finora non era successo. Peccato.

La seconda gabbia invece era il suo regno incontrastato, anche se doveva fare in modo che la sua vera natura rimanesse celata. Pazienza, riusciva a massacrare gli umani che osavano sfidarlo anche senza sforzarsi troppo.

Tutto andava bene, insomma.

 


Fu nel momento in cui formulava questo pensiero che gli venne in mente quello che lo attendeva nei giorni successivi, e non riuscì a trattenere uno sbuffo esasperato che fece alzare gli occhi alla sua donna, Emma, immersa nella lettura di un libro accanto a lui.

“Che c'è, amore?”

“Ehm... niente.”

La donna lo squadrò con sospetto. “Il mio impassibile Signore delle Tenebre non sbuffa, senza una ragione. Ripeto la domanda: che c'è?”

Il fatto era che Raistan non aveva ancora avuto il coraggio di comunicare alla sua spumeggiante umana del momento l'arrivo della delegazione americana inviata da Eric Northman. Tre femmine tra cui Pam, la progenie del vichingo, con cui aveva avuto un infuocato interludio di sesso. Roba da far andare fuori di testa Emma. Avrebbe dovuto ospitarle nei quartieri vampiri di casa loro per chissà quanti giorni e proprio non sapeva come annunciarle una simile catastrofe. Lui avrebbe anche potuto trovare dei risvolti interessanti alla faccenda, ma non erano pensieri da condividere con lei, poco ma sicuro.

“Ehm, hai presente Eric Northman? Ha qualche problema, laggiù nelle merdose paludi in cui vive, e mi ha supplicato di ospitare alcune, ehm, persone, per qualche giorno. È una gran rottura di scatole, sono d'accordo con te, ma negargli il favore potrebbe portare a rotture di scatole ancora più grosse. A te non dispiace, vero?”

Bravo Raistan, vai così, sicuro e disinvolto. Sei tu che comandi.

 


“Quali-persone?”

 


Il tono con cui Emma parlò fece precipitare la temperatura nella stanza di parecchi gradi. Raistan si impose di non cambiare posizione sul divano, di non fare assolutamente niente. Impassibilità vampira al massimo grado.

“Solo tre, non una squadra di football, non preoccuparti. Tre simpatiche vampire, molto discrete e silenziose. Vedrai, non ti accorgerai nemmeno della loro presenza. Allora è tutto sistemato, no? Dovrebbero arrivare fra due giorni.”

Tre vampire? Qui? Fra due giorni? E che cosa cazzo aspettavi a dirmelo?!”

La donna balzò in piedi, rossa in faccia, poi cominciò a marciare avanti e indietro di fronte a Raistan il quale si accese una sigaretta e aspettò in silenzio che si calmasse, il che avrebbe potuto anche succedere una decina di giorni dopo. I vantaggi dell'essere immortali: il tempo non era un problema.

“Te lo sto dicendo adesso, no? Hai tutto il tempo di preparare la casa per il loro arrivo.”

“Ma che gentile, davvero pieno di riguardi. Hanno preferenze riguardo alla loro... sistemazione? Potremmo lasciare loro il nostro letto, che ne dici? Oppure, per farle sentire più a loro agio, potremmo lasciare direttamente tutto l'appartamento, noi qualche topaia la troveremo. Buia, naturalmente, se no tu mi vai a fuoco. Ma che importa? Questo ed altro, per soddisfare il signor Eric-stronzo-Northman!”

“Sbaglio, o colgo una certa qual dose di sarcasmo?”

“Bravo! Vedo che non ti sfugge niente! Mi rifiuto, chiaro? Mi rifiuto! Non spartirò casa mia con tre tizie mai viste e conosciute, potenzialmente pericolose, che per quanto ne so potrebbero trovarti appetibile! Senza contare che anche tu, brutto porco, potresti trovarle appetibili, ti conosco! Trovagli una cazzo di scusa, non mi interessa, io qui non le voglio! 


Raistan rimase impassibile esattamente come prima. Finì la sua sigaretta e la spense con tutta calma nel portacenere.

“Come dici, scusa?” - chiese, intrecciando le dita davanti a sé e fissandola con un vago sorriso sulle labbra. Se fosse stata un'umana qualunque le avrebbe già squarciato la gola, per tanta audacia. E come lo aveva chiamato? 'Brutto porco'? Emma non parve particolarmente impressionata dalla sua serafica calma, eppure avrebbe dovuto sapere che prometteva tempesta...

“Ho detto che non le voglio! L'America è grande, proprio qui le deve mandare? E chi cazzo sono, poi, queste? Che gli frega, ad Eric, di loro?”

“Sono Pam, sua figlia, Tara, la...”

Pam?! Pam di Eric qui? A casa nostra? Lei e il suo look della serie 'saltami addosso e trombami senza passare dal via'?! Ma tu sei scemo, non se ne parla proprio!”


Con un ruggito, il vampiro scattò in piedi. Dopo un istante le posizioni si erano invertite: Emma era sul divano, tutta irrigidita contro lo schienale, gli occhi sgranati fissi in quelli di Raistan, che le ringhiava in faccia con i canini scoperti e il viso vicinissimo al suo.

“Sono molto aperto e liberale, riguardo al linguaggio che puoi usare quando ti rivolgi a me, ma sei pur sempre la mia umana, e mi devi rispetto, è chiaro? Le vampire di Eric arriveranno, fatti trovare pronta, questo è quanto.”

Tolse l'assedio, ma Emma non sembrò particolarmente impressionata. Si alzò e prese a guardarsi attorno frenetica, come se cercasse qualcosa. Raistan si domandò se non fosse un'arma, quella che stava cercando.

“Non dubitare, mi farò trovare pronta. Con dei bei paletti di quercia, mi farò trovare, per te e per quelle tre puttane! Cazzo! Me ne vado a dormire, tu puoi startene nei... tuoi quartieri vampiri, così incominci a tirarli a lucido!”

Uscì dalla stanza a grandi passi e sbattè la porta. Raistan sospirò e rimpianse i vecchi tempi, in cui le femmine accettavano senza fiatare le decisioni dei propri consorti.

 

E infine venne il giorno, anzi, la sera del loro arrivo.


Raistan aveva mandato il suo fido buttafuori, Jasper, a prelevare le loro casse all'aeroporto. Aveva persino messo a disposizione l'aereo privato dei Diurni, purchè viaggiassero in modo confortevole e sicuro. La lista dei favori che Northman avrebbe dovuto restituirgli iniziava ad allungarsi. Lui aveva preferito scendere al Cages a rilassarsi con qualche drink e magari con un bel match. Ne aveva bisogno. Emma non gli aveva più rivolto la parola, girava per casa sbattendo cose e borbottando tra sé e sé, e la sera prima gli aveva annunciato – non chiesto, badate bene, annunciato – che se ne sarebbe andata di nuovo per altre spedizioni vinicole.

“Tanto non avrete bisogno di me, saprete divertirvi benissimo da soli” - aveva commentato, acida, prima di sparire di nuovo in camera. Aveva tentato di parlarle. Diciamolo, aveva fatto saltare la serratura con un calcio e fatto irruzione nella stanza con l'intenzione di cambiarle i connotati, ma leggere il dolore nei suoi occhi lo aveva ammosciato. Si era seduto sul letto accanto a lei e le aveva accarezzato una guancia.

“Non voglio che tu te ne vada.”

“Non posso restare, Raistan. Lo sai come sono fatta. Diventerei immensamente... stronza e ti creerei dei problemi. È molto meglio così.”

Lui aveva sospirato, non riuscendo a impedirsi di provare un moto di meschino sollievo. In effetti tutto sarebbe stato molto più semplice.

 

Quando le tre femmine e il suo dipendente fecero il loro ingresso al Cages, Raistan era proprio impegnato in un divertente combattimento nella gabbia. Un umano qualunque, capace solo di agitarsi e di sprecare energie provocandolo, mentre lui aspettava nel suo angolo il momento giusto per annientarlo. Erano davvero buffi, questi ragazzotti. Pieni di alcol e di fumo fino agli occhi, ansiosi di farsi belli agli occhi delle proprie compagne, si accorgevano troppo tardi dell'errore madornale che avevano commesso. In genere bastavano un paio di pugni e piombavano al suolo fulminati, col sangue che gli usciva a fiotti dal naso, il cui aroma lo costringeva spesso a detergersi la bocca con l'avambraccio per non sbavare. Il frastuono dei tifosi all'esterno era assordante. Stesso copione anche quella sera. Il caso volle che Pam, Tara e Jessica arrivassero proprio nel momento in cui l'umano in questione crollava a terra. Lui percepì la loro presenza ancora prima di vederle, e sorrise tra sé e sé. Si erano bloccate poco oltre l'ingresso e si stavano guardando intorno perplesse. Pam conservava la sua aria altera e osservava tutto un po' schifata, con un sopracciglio sollevato; Tara, sua figlia di sangue, non sembrava schifata, e fissava le gabbie con aria di malsana eccitazione; la più interessante era forse la ragazzina con i capelli rossi, che se ne stava lì, imbambolata, e guardava lui, proprio lui, a bocca aperta.


Ma... è quello?” - chiese, voltandosi esterrefatta verso le amiche. Nonostante il clamore della folla, Raistan la sentì benissimo, così come sentì la risposta di Pam: “Proprio quello. Stacci alla larga, non è roba per te. Educata, gentile, perchè la sua età e il suo rango lo richiedono, ma gira al largo. Te lo troveresti infilato nelle mutande prima di avere il tempo di dire Hoyt”.

“Deve solo provarci” -ringhiò la nera, facendo ruotare le spalle come un lottatore.

“Oh, ci proverà, stanne certa, lo conosco bene” rispose Pam, ripensando a quando si era ritrovata a rotolarsi nel fango con lui, preda di una irrazionale – e irritante – passione.

“Però è carino! Con quei capelli sembra un angelo!”commentò Jess con tono sognante. Pam sospirò e la fece voltare verso di lei, fissandola severa.

Non è un angelo, ragazzina, credimi. È uno degli esseri meno angelici che esistano, e tu non lo guarderai nemmeno, o ti rispedisco dritta negli States, chiaro?”

Raistan intanto era uscito dalla gabbia e si stava facendo largo tra la gente, indossando la propria t-shirt. Aveva seguito tutta la conversazione e l'aveva trovata incredibilmente divertente. Che gli venisse un colpo se non le avrebbe fatte capitolare tutte e tre prima della loro partenza. La più ostica sembrava la nera, ma lui amava le sfide.

“Signore, aspettavo con ansia il vostro arrivo! Il viaggio è stato piacevole?”, disse, rivolgendosi direttamente a Pam e onorandola con un inchino.

“Molto piacevole, grazie, Raistan. Voglio presentarti la mia creatura, Tara, e la nostra amica Jessica. Spero non sia un problema se si è aggiunta all'ultimo momento.”

“Ma quale problema? Una ragazza tanto incantevole non è mai, un problema. Onorato di fare la vostra conoscenza.”

Altro sorriso, altro inchino. Pam pensò che gli avesse dato di volta il cervello, o che fosse sotto l'influsso di qualche drink alcolico particolarmente potente. Il Raistan Van Hoeck che ricordava lei era un essere per lo più ringhiante, dai modi bruschi, arrogante, presuntuoso e dispettoso come una scimmia. Jessica sembrava partita per la tangente e quando lui le prese la mano e la sfiorò con le labbra, Pam fu certa di aver visto cuoricini apparire nelle sue iridi, al posto delle pupille. Tara eccedeva nella direzione opposta, invece. Non aveva ancora detto una parola, non lo aveva salutato come lei si era raccomandata di fare, e lo fissava come se volesse mangiarselo vivo. Ebbe solo un attimo di esitazione quando Raistan rivolse la propria attenzione su di lei, guardandola divertito. Fu investita dall'aura malefica e potente che il vampiro emanava e deglutì, ma non distolse lo sguardo dal suo. ‘Non mi freghi, biondino’, sembravano dire i suoi occhi.


“Uhhh, ma che faccia arrabbiata! Rilassati, dolcezza, siamo tutti amici, qui. Dunque sei la figlia di Pam, ho capito bene? Da quanto tempo?”

“Da un anno”. E farai bene a non fare commenti stronzi in proposito, se non vuoi ingoiare le palle.

Pam percepì quel pensiero così poco... rispettoso con un moto di orrore che faticò a mascherare. Strinse il polso della figlia e la fece trasalire, temendo che l'olandese le squarciasse la gola, ma se possibile il suo sorriso si allargò ulteriormente. Doveva essere sballato per forza, tutta quella calma e quella cordialità non erano normali. Le ultime parole famose.

“Un anno, però. Io ne ho 307 e tu ti rivolgerai a me con rispetto, o ti strappo la carotide e la uso per farmi delle nuove stringhe per gli anfibi, chiaro, bambina?” A causa del tono leggero con cui venne pronunciata, la frase risultò ancora più spaventosa. Tara deglutì di nuovo e annuì con un cenno secco della testa, mentre Pam la fulminò con lo sguardo. Jessica non aveva smesso un attimo di guardarsi intorno eccitata, ma i suoi occhi da cerbiatto indugiavano spesso sull'enorme vampiro biondo, e la sua fantasia si era già scatenata. Peccato che Raistan percepisse ogni cosa e dovesse trattenersi dal sorridere come un alligatore.

“Bene, sarete stanche, vi condurrò nei vostri alloggi, dove potrete rilassarvi e rinfrescarvi. Il frigo è pieno di sacche di sangue vero, non quella merda sintetica che va per la maggiore dalle vostre parti, ma se voleste qualcosa di più... vivo non sarà un problema. Basta che nessuno ci rimetta le penne nel mio locale, chiaro?”

“Certo” - risposero le tre vampire e lo seguirono oltre la porta che dava sui quartieri privati. Isabelle, la figlia di Raistan che aveva posseduto quel locale prima di lui, aveva predisposto un'intera ala della casa per i suoi ospiti vampiri. Infissi a prova di luce, bare per chi preferiva questa soluzione ai letti, il tutto suddiviso in quattro stanze e due bagni. La dépendance comunicava con l'appartamento che Raistan condivideva con Emma, ma assicurando a ciascuno la dovuta privacy.

“Eccoci qua, Jasper ha già portato i vostri bagagli. Fate come se foste a casa vostra, e se più tardi vorrete scendere di nuovo per farmi un po' di compagnia al Club sarete le benvenute. Jessica, devi assolutamente provare la specialità della casa, ti aspetto” - le disse, strizzandole l'occhio. Compton in fondo aveva buon gusto, la sua progenie era davvero deliziosa.

“Grazie, Maestro, volentieri”.

Raistan scoppiò a ridere e si mandò di traverso il fumo di sigaretta.

“Non... non c'è bisogno di chiamarmi così! Raistan andrà benissimo! Sei una ragazza educata, è una dote che apprezzo”. Nel dirlo lanciò un'occhiata minacciosa a Tara, che deglutì di nuovo, poi augurò alle vampire un buon soggiorno e sparì dalla stanza in una ventata.


“Ragazze” - disse Pam – “dobbiamo parlare”.

 

 


 

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Commenti: 8
  • #1

    Mabel (lunedì, 11 febbraio 2013 08:23)

    Beh direi che Emma l'ha presa bene! in fondo quali motivi aveva per prendersela? Il fatto che Raistan sia un magazzino di pessime intenzioni? Il fatto che resiste a certi tipi di tentazioni come il mio gatto resiste di fronte a una ciotola piena? :) Come si prevedeva la tempesta è arrivata e adesso resta da vedere come agirà il "Maestro". Un altro giro in giostra con pam è inevitabile, deludere le speranze della candida Jessica sarebbe un delitto ( tra l'altro Compton non ha buon gusto, gliel'ha scelta il magister, pace all'anima sua, qualcuno avvisi raistan sennò potrebbe avere opinioni positive di Billo)... su Tara... se finisse come carta da parati del Cages sarebbe fantastico...

  • #2

    Aria (lunedì, 11 febbraio 2013 10:37)

    Emma è stata sommamente diplomatica: giammai, al suo posto, avrei lasciato campo libero alle tre vampire e al suo...come l'ha chiamato? Ah sì,'Brutto porco'.
    Scortese, ma calzante!
    Ora non so se Pam, tutta da sola, riuscirà a contenere l'evidente entusiasmo di Jessica e le maniere così accattivanti di Tara.
    E lo sfoggio di cortesie di Raistan non promette assolutamente niente di buono.
    Forse, alla fine del giro, sarà lui a dovere qualcosa ad Eric. ;)

  • #3

    LuciaG (lunedì, 11 febbraio 2013 10:59)

    @Mabel: ormai sei più informata tu sulle uscite dei pezzi di me: pensavo che Claudia l'avrebbe postato più tardi, e invece...
    Io credo comunque che nonostante i suoi modi da Lord Raistan non avrà vita tanto facile, con le tre donzelle. Se fossi in lui Tara mi limiterei a usarla come punching ball nella gabbia, ma sappiamo che la vanità del nostro olandese può tutto, quindi per lui sarà un punto d'onore riuscire a conquistarla.
    @Aria: Vedremo come la storia si evolverà, ma sul fatto di dover lui qualcosa ad Eric... mah. Credo che il vikingo sapesse benissimo cosa rischiavano le sue tre donzelle nel momento in cui ha pensato a lui per ospitarle. Deve aver dedotto che il gioco valeva la candela, e non mi sembra che lo abbia sommerso di raccomandazioni in proposito... sa benissimo che un po' di sano sport tra le lenzuola non fa male a nessuno.

  • #4

    Mabel (lunedì, 11 febbraio 2013 11:19)

    @Lucia: Stamattina girolavo per caso e ho avuto la sorpresa del pezzo nuovo.
    Sul fatto che abbia vita facile ho seri dubbi anche io, ma spero che davvero tara la usi solo come sacco per i pugni... l'ho sempre ritenuto un vampiro con un certo buon gusto... Non è un onore conquistarla, è un onere!
    Su Eric... conoscendolo un dispettuccio a Pam lo avrebbe anche fatto... (si sa che i vichinghi hanno un senso dell'umorismo tutto loro) e poi mi immagino la sua espressione compiaciuta all'espressione di Pam alla domanda " Dimmi un po', in vacanza ti sei ripassata l'olandese o come avevi spergiurato, MAI PIU'?"

  • #5

    LuciaG (lunedì, 11 febbraio 2013 12:05)

    @Mabel: non sapevo che esistesse il detto "scherzo da vichingo"!
    In quanto a Tara, io sono comunque ansiosa di vedere quello che succederà, nel bene e nel male.

  • #6

    Mabel (lunedì, 11 febbraio 2013 12:08)

    @Lucia: non dirmi che non sapevi che il concetto di scherzo è un'invenzione vichinga :D

  • #7

    Claudia (lunedì, 11 febbraio 2013 22:29)

    In realtà ho postato il pezzo alle tre di notte o giù di lì, contando sul fatto che eravate tutte andate a nanna.
    Volevo farvi trovare una bella sorpresa per la mattina dopo, proprio come Babbo Natale.

    Non ho la più pallida idea di cosa succederà, mamma mia. Però so che quella gabbia ci darà soddisfazioni.

  • #8

    Marina (giovedì, 14 febbraio 2013 15:05)

    Buona la cosa dello " Scherzo da vichingo" dobbiamo capire a chi è rivolto però, questo nugolo di femmine non mi sembra molto tranquillo e affidabile, c'è poi l'Olandese che è famoso oramai per attirare guai come una calamita. Emma opta per una fuga molto strategica, mi sembra molto strano. Forse anche lei è arrivata alle stesse conclusioni di Shibeen? Oppure la ricerca di nuove forniture per la sua attività nasconde altro? Infondo Raistan ha più l'impostazione dello scapolo impenitente, mi sembra strano che possa resistere a lungo in una relazione a due, vampira o umana che sia!