Lucia Guglielminetti's books on Goodreads
Sette giorni per i lupi Sette giorni per i lupi (RVH, #2)
reviews: 1
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Ascesa alle Tenebre Ascesa alle Tenebre (RVH, #1)
reviews: 2
ratings: 2 (avg rating 4.50)

 

 

-14-

 

 


Il ghigno sul volto di Billith si spense all’improvviso.

Qualcosa era cambiato. Una presenza sconosciuta, estranea, si era intromessa nelle menti dei due combattenti, ostacolando il controllo mentale che Loro esercitavano su Eric Northman attraverso il bracciale d’argento. Chi poteva essere? Qualcuno… qualcuno che si trovava lontano, molto lontano. Non c’era alcun pericolo. Eppure, perché i due vampiri maschi avevano smesso di lottare e si stavano scambiando occhiate dense di significati che a Loro erano preclusi? Perché le femmine avevano smesso di agitarsi come piccoli vermetti appesi all’amo e sembravano trattenere tutte il respiro, compresa l’umana?

 

‘Separarlo dal suo sangue, Van Hoeck?’ chiese Eric a Raistan mentalmente, dopo che l’influsso ottenebrante del potere di Billith fu svanito completamente dalla sua testa. ‘Scusami tanto, ma come facciamo? Se provo ad avvicinarmi, quello schifoso pterodattilo impazzito mi rispedisce indietro con la forza di una catapulta da guerra.’

‘Non lo so, non lo so! Non lo so! Ma questo è il messaggio mentale che mi è arrivato da Shibeen, forte e chiaro! Dobbiamo trovare un modo, e subito!’

Uno stridio rauco e penetrante interruppe la loro conversazione psichica. “Abbiamo detto combattete, o uccideremo le vostre puttane!” gracchiò la creatura, con una voce frammentata in mille tonalità e sfumature diverse. Tuttavia, a Eric parve di cogliervi una nota di preoccupazione, se non addirittura di ansia, e non tardò a capirne il motivo: Billith era tagliato fuori. Per quanto avesse la capacità di manipolare la mente dei vampiri a suo piacimento o infliggere dolore con il pensiero, non riusciva a fare l’inverso, ovvero intercettare i pensieri altrui. Forse avrebbero potuto sfruttare quel piccolo vantaggio per organizzare un contrattacco. Per prima cosa, però, doveva liberarsi di quello stramaledettissimo bracciale d’argento che costituiva una seria minaccia al suo autocontrollo. L’esperienza con le dannate streghe lo aveva indotto a giurare solennemente a se stesso che mai più avrebbe lasciato che qualcuno prendesse il controllo della sua mente. Mai più.

Annuì in direzione di Raistan, poi calò il taglio della mano sul bracciale che si spaccò in due tronconi, liberandolo definitivamente dall’oppressione fisica dell’argento e da quella mentale di Billith. E, ancora prima che la creatura demoniaca potesse reagire all’imprevista insubordinazione, Eric e Raistan spiccarono un balzo all’unisono e sparirono nel buio.

 

Billith emise uno strillo strozzato, furioso, che fece tremare i vetri e si ripercosse dolorosamente nei timpani di Sookie, tanto da farle desiderare di avere le mani libere per potersi coprire le orecchie; subito dopo si dileguò anche lui, evidentemente lanciato alla ricerca dei due fuggiaschi. Le cinque donne, tutte ancora legate alle sedie, rimasero a fissare attonite il punto in cui Eric e Raistan erano scomparsi, quasi instupidite dall’improvviso rovesciamento della situazione. Poi, sul volto di Pam si disegnò un sorrisetto sornione, quasi sardonico.

“Stackhouse, sarebbe proprio un bel momento per sparare le tue palle luminose, sai?” disse, senza nemmeno voltarsi.

“Cosa? Io non… non è che funziona proprio a comando, Pam, io…”

“Per tutte le baldracche di Atlantic City, datti una mossa, Cherry Merry Muffin! Accendi gli abbaglianti, scatena il potere del cristallo di luna, fai quello che cazzo ti pare ma rompi quelle fottute catene! Non lo capisci? Stanno cercando di distrarre Billith, perché Raistan ha trovato il suo tallone d’Achille!”

Sookie deglutì e chiuse gli occhi, chiamando a raccolta tutti i suoi geni fatati o qualsiasi cosa ci fosse in lei che le permetteva, di tanto in tanto, di trasformarsi in un piccolo ma efficace lanciafiamme domestico… e pregò.


E il miracolo accadde di nuovo. Due sfere di luce incandescente esplosero dalle sue mani polverizzando le catene che la tenevano legata. Tara emise un lungo fischio compiaciuto, Jessica uno squittio strozzato dall’eccitazione. Isabel non proferì parola, limitandosi a guardare Sookie con stupore e rinnovato rispetto. Pam inarcò un sopracciglio, indicando con lo sguardo le catene che la tenevano immobilizzata. “Ora muoviti a liberare anche noi, e vedi di non friggerci tutte quante. Dove le avrà trovate poi tutte queste catene di argento, quel patetico mormone travestito da demone biblico?”

‘Grazie Sookie, se non ci fossi tu non so come avremmo fatto, bla bla bla, oh, non serve ringraziarmi, è stato un piacere!’, borbottò Sookie fra sé e sé mentre si preparava a sparaflashare le catene di Pam.

 

-

 

‘Il sole sta tramontando’, disse Eric a Raistan con il pensiero.

‘Grazie a Dio, sì. Sento già la nausea che diminuisce. Se solo la mia bocca…’

‘Non c’è tempo. Lilith è alle nostre calcagna. Dobbiamo sperare che Pam abbia colto il mio messaggio e che Sookie sia riuscita a liberare le ragazze dall’argento. C’è un solo modo per uccidere questo mostro, ed è unire le nostre forze ed attaccarlo da più fronti. Poi ci inventeremo un modo per spremerlo come un limone… ma intanto dobbiamo confonderlo. Tu lo distrai, io lo attacco.’

Perché diavolo devo essere io l’esca, Northman?’

‘Dobbiamo alternarci e agire in sincrono. Rimani concentrato sulla mia frequenza mentale, o il suo potere ti invaderà il cervello. Prima l’ho lasciato accadere, e guarda cosa mi è successo.’


Uno schiocco alle loro spalle li fece voltare entrambi verso una porta di legno mezza mangiata dai tarli, nella quale si apriva una finestrella quadrata coperta da una rete di metallo arrugginito: forse, una volta, conduceva alla dispensa. La porta si aprì cigolando e da essa, appena distinguibile dall’ombra che lo circondava, ne emerse Billith. Man mano che avanzava verso la debole luce della luna filtrante dall’esterno, la sua figura assumeva un aspetto sempre più mostruoso. Il suo volto somigliava ancora a quello di Bill Compton… vagamente. Ma la pelle era livida, e non per via delle abbondanti colate di sangue che ne ricoprivano buona parte: in alcuni punti si slabbrava in macule violacee, in altri si rigonfiava in ponfi che alteravano i suoi connotati fino a renderlo quasi irriconoscibile; sul cranio non rimanevano che pochi ciuffi di capelli incrostati. Sembrava che qualche liquido ribollisse e gorgogliasse proprio sotto la superficie, corrodendolo dall’interno; piccoli guizzi apparivano e scomparivano sulla sua pelle, come se infilati nello strato sottostante scorrazzassero indisturbati dei grossi vermi, mentre l’aria attorno a lui crepitava e pulsava di ombre, simili a bolle scure e trasparenti. Raistan deglutì, nauseato, e si voltò a cercare con lo sguardo Eric, ma scoprì con sgomento che era sparito.


‘Merda.’

L’istinto lo portò a tentare di snudare le zanne, il che servì solo a tendere la pelle cauterizzata della sua ex-bocca provocandogli un dolore acuto e lancinante. Si acquattò in posizione di attacco, con le dita curve come arpioni, le nocche strette intorno all’impugnatura della lama d’acciaio e i muscoli tesi, mentre la creatura gli si avvicinava con il volto deformato in un ghigno clownesco. Billith era a pochi centimetri da lui quando balzò in avanti a fauci spalancate, rivelando una bocca irta di canini appuntiti come quelli di un piranha o di qualche altro strano pesce carnivoro. Ma non fece in tempo a sfiorarlo perché qualcosa lo travolse con violenza, catapultandolo contro la parete opposta con un tonfo che sollevò un polverone e provocò un fuggi fuggi di ratti.


‘Beccato, stronzo’, pensò Eric atterrando con agilità in mezzo alla polvere.

Raistan ne approfittò per spiccare un salto e volatilizzarsi nel buio del soppalco che sovrastava la stanza, mentre Billith, con un grugnito rabbioso seguito da una serie di versi stridenti che forse erano parole in una lingua arcaica, si staccò dalla parete lasciandovi impressa una scia di sangue denso e gorgogliante. A fronteggiarlo rimase Eric. Senza perdere di vista la creatura, scrollò il suo pugnale dal sangue venefico che la impregnava. Il colpo era andato a segno, proprio alla base del collo: era riuscito a recidergli in parte la colonna vertebrale… ma non era abbastanza. Non ancora. Osservò con calma Billith che avanzava verso di lui barcollando, con la testa inclinata da un lato, penzolante come un palloncino sgonfio, praticamente priva di nerbo; ma nel giro di una manciata di secondi essa tornò alla sua posizione naturale, come se nessun danno le fosse stato inflitto.


Eric imprecò nella sua lingua madre, sottovoce, e sollevò il pugnale davanti a sé. Poteva percepire l’influsso psichico di Billith accerchiarlo da ogni dove, premere sulle sue meningi come un principio di emicrania, pronto a introdursi alla prima debolezza e a fiaccare ogni sua resistenza, e per un breve istante si domandò se era così che si sentiva Sookie quando i vampiri cercavano di manipolarla attraverso il glamour. Si concentrò ancora più a fondo sulla frequenza mentale che lo collegava a Raistan e su quanto di più bello e prezioso fosse custodito nella sua testa... la sagoma di Godric durante le battaglie, la luna che brillava bianchissima nella notte in cui Pam riemerse dalla terra e lo salutò per la prima volta come suo creatore… Sookie che lo aspettava sul portico a braccia aperte… Nulla avrebbe potuto penetrare all’interno di uno scrigno che conteneva tesori così preziosi, non lo avrebbe permesso.

“Stai solo sprecando il tuo tempo, Normanno… E’ giunta l’ora di ricongiungerti con il tuo creatore… Oh, come ci è piaciuto squarciare la gola di quell’insipido mezz’uomo, quel pusillanime predicatore di indecenti piagnucolii da infante! E lasciare che si svuotasse come una coppa di vino… Non era morto, sai, Normanno?”

Preso alla sprovvista, Eric trasalì e sgranò gli occhi, serrando le nocche attorno all’impugnatura del coltello. “Non era morto quando è fritto al sole, no. Il suo corpo lo era, ma non la sua anima… Finché non lo abbiamo preso noi e lo abbiamo cancellato dalla faccia della terra! Non rimane più nulla di lui, nemmeno l’ombra della sua polvere! E non appena avrò annientato te e quelle due sgualdrine che costituiscono la tua discendenza, anche il suo sangue marcio sarà finalmente estinto!”


Quello era troppo. Ricacciate indietro le lacrime, Eric ruggì e si lanciò contro Billith brandendo il pugnale come fosse la sua antica spada. “Ti ucciderò e sparpaglierò i tuoi resti nei quattro angoli della terra, fosse l’ultima cosa che faccio!” sibilò, mentre vibrava un fendente orizzontale talmente rapido da riuscire a squarciare la gola della creatura, che si aprì come uno spruzzo di sangue che lo investì in pieno.

Alcune dense gocce di sangue penetrarono nella bocca di Eric; le sentì bruciare, sfrigolare contro la superficie del suo palato. Sputò furiosamente il liquido per terra, tossendo. Cosa diavolo era diventato? Il sangue di Lilith non era mai stato così, quando era stato costretto ad assaggiarlo nel quartier generale dell’Authority… Distratto per un attimo da questa riflessione, non vide che lo squarcio sulla gola di Billith si era rapidamente rimarginato richiudendosi in modo un po’ approssimativo, tanto che la sua testa si era riposizionata sul collo a un angolo del tutto innaturale. Non vide neppure la bestia lanciarsi su di lui con un gorgoglio animalesco.

Vide invece molto chiaramente Raistan piombare dall’alto e infilzarla con il suo pugnale.


Billith rantolò come un animale ferito a morte, ma subito dopo sgusciò via nell’oscurità, troppo rapidamente perché i due vampiri potessero fermarlo.

‘’Si sta trasformando.’ Il pensiero, proveniente da Raistan, gli esplose nella testa. ‘Shibeen dice che, secondo la leggenda, Gabriele uccise Lilith smembrandola con la sua spada e separandola dal suo sangue. Ma, non potendo distruggere quest’ultimo, lo maledisse. Lilith avrebbe potuto tornare a vivere nel corpo di uno dei suoi discendenti che avesse bevuto il suo sangue, ma così facendo, dalla splendida e astuta demone che era un tempo, si sarebbe trasformata in un essere deforme. Capisci il concetto, Northman? Questo essere sta degenerando in qualcosa di mostruoso man mano che il tempo passa! Sta mutando, come un serpente che cambia pelle! E’ il momento giusto per colpirlo, approfittiamone, ora o mai più!’

Eric annuì con energia e si lanciò verso il punto in cui Billith sembrava essere sgusciato via, seguito immediatamente da Raistan. Ma qualcosa sbarrò loro la strada.

Un muro fatto di presenze impalpabili, sussurranti parole sconosciute. Ombre grigie e nere, come maschere svuotate di espressione e vita… Spiriti che fluttuavano come arpie, sfiorandoli senza mai toccarli. L’aria, già gelida, sembrava essersi improvvisamente abbassata di dieci gradi.

“Ferro”, mormorò Eric.

‘Cosa?’

“Ferro, Van Hoeck! Trova qualcosa di ferro, è l’unico modo per passare indenni!”

 

-


“Da questa parte” fece Pam rivolta alle altre, avanzando con decisione. “Li ho sentiti mentalmente. A quanto pare Billith è una grossa biscia, o qualcosa del genere. Dobbiamo fare in modo di strappargli tutto il sangue dal corpo.”

“Geniale, cazzo” ribatté Tara mentre pilotava Sookie, quasi completamente cieca per via dell’oscurità totale che le circondava, tenendola per il gomito. “E come pensi di fare? Gli tagliamo la testa e lo appendiamo come un tappetino steso ad asciugare finché il sangue non è colato via del tutto?”

“Mi sembra un buon piano”, commentò laconica Isabel.

“Io… sono stanca di vagare per questi corridoi… Ho freddo. Voglio tornare a casa!” si lamentò Jessica con voce incrinata dalla stanchezza. “E sono arcistufa di sentire questi mormorii e queste grida”, aggiunse, sbuffando.

“Sì, se riusciamo ad aggirare il piccolo particolare di come lo tramortiamo! Da quello che ho visto è impossibile ferirlo in modo permanente, figuriamoci staccargli la testa!” continuò Tara, ignorando completamente il piccolo intermezzo di Jessica.

“Non capisco… voi non sentite queste voci? Ehilà? Pronto?!” insistette lei. Ancora una volta, non ricevette risposta dalle sue compagne. Allora si fermò per ascoltare meglio, lasciando che le altre la distanziassero di alcuni passi.

Jessica.

Sobbalzò, quando la voce mormorò il suo nome.

Je-ssi-cah…

Si voltò in direzione della voce, che aveva un timbro dannatamente familiare.

Aiutami, Jess, sono io. Sono intrappolato.

“Bill?!”

Ti prego. Sei l’unica che può aiutarmi.


Jessica avanzò di un passo, e poi di un altro, e un altro ancora, verso la fonte del mormorio; era come ipnotizzata, attratta inesorabilmente dalla voce del suo Maker che la implorava di aiutarla. Non l’avrebbe lasciato morire. Era Bill, era davvero lui, il Bill di sempre! Si sentiva così felice, e finalmente non aveva più paura: sapeva cosa bisognava fare. Si infilò in uno stretto corridoio perpendicolare a quello che il gruppo stava percorrendo e continuò ad avanzare quasi in stato di trance, sulla scia del richiamo, ormai quasi una cantilena inarrestabile… E infine lo vide.

Bill. In fondo al tunnel, stagliato contro l’ultima parete… Era proprio lui, identico a come lo ricordava prima che il disastro di Lilith si compiesse, e la chiamava verso di sé, a braccia aperte, quasi come un vero padre. Jessica sorrise, sollevata, e quasi tremando si precipitò a percorrere gli ultimi metri che la separavano dal suo Maker… E quando arrivò finalmente a pochi centimetri dall’abbracciarlo, lunghe zampe di ragno eruppero dal corpo di Bill e la avvilupparono senza scampo, mentre l’illusione del viso di lui si dissolveva sfaldandosi in scampoli di pelle morta e lasciando che la creatura al di sotto si mostrasse per quello che era.

 

Il lungo strillo di Jessica fece trasalire Sookie, e con lei tutte le altre.

 


 

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Commenti: 7
  • #1

    Mabel (lunedì, 25 marzo 2013 14:23)

    Bill mi faceva particolarmente schifo da vampiro normale ma nel diventare Billith è decisamente peggiorato. Davvero disgustosa la descrizione di coem sta mutando e degli effetti sul suo volto... per non parlare del fastidio che provoca la descrizione della nuova voce. Mi è dispiaciuto molto per Eric quando lo ha colpito proprio parlandogli della fine di Godric e, epr quanto compeltamente folle, capisco il gesto di Jessica che voleva solo salvare il suo creatore. Deve essere terribile per un vampiro doversi schierare contro chi più ami al mondo :(

  • #2

    Aria (lunedì, 25 marzo 2013 14:50)

    Complimenti!
    State raggiungendo nuovi vertici nell'horror: sono rimasta con il fiato sospeso fino alla fine e mi sa che è meglio che non lo trattenga in attesa del prossimo capitolo perché qualcosa mi dice che ci sarà ancora da soffrire.

    Raistan ed Eric stanno facendo miracoli, da pari loro, e mi hanno intenerito inaspettatamente in mezzo a questa lotta impari.
    Il primo quando, d'istinto, ha tentato di snudare le zanne, scordandosi perfino della bocca che non ha più ed il secondo quando, spezzando il bracciale per liberarsi dal controllo mentale di Billith, ha ricordato di quanto successo con le streghe.

    Quanto ad It, tanto spaventoso da farmi sinceramente rimpiangere la sua versione da pterodattilo, ormai non ho più aggettivi per descriverlo, a differenza di Pam che riesce a trovare delle definizioni spiritose perfino in mezzo al disastro.
    Avrei invece qualche aggettivo per Jess: stavo appunto pensando a quanto riesca ad essere petulante e sciocca, rispetto alle altre che invece sono sempre più team, quando si è fatta avviluppare dal ragno...
    Beh, direi che è una lezione che le serviva, se così non avesse messo in pericolo anche tutti gli altri.
    So che non verrà certo lasciata indietro...e non vorrei che ora qualcuno ci restasse nel tentativo di salvarla.
    Poi sono preoccupatissima per lo schifosissimo sangue ingerito accidentamente da Eric: voglio sperare che sia riuscito a sputarlo tutto e non sia rimasto contaminato da quella zozzeria!

  • #3

    Claudia (lunedì, 25 marzo 2013 19:20)

    @ Aria e Mabel

    In effetti Jessica passa un po' per l'ochetta di turno ma a conti fatti è lei quella che se la passa peggio da quando Bill ha ceduto al lato oscuro della forza, anzi, oserei dire ben da prima. Lei, poverina, in fondo ha sempre desiderato appoggiarsi a una figura paterna degna di questo nome ma non è stata fortunata né da umana né da vampira in tal senso. Posso dunque capire il suo testardo attaccamento a Bill, incurante delle prove oggettive che testimoniano quanto ormai di Bill sia rimasto ben poco. Con lei Billith ha avuto vita facile, nel gettare il suo incantesimo di richiamo (di una sorta di incantesimo si è trattato, infatti)... ma sarebbe successo, prima o poi: Jessica non aveva ancora metabolizzato l'involuzione irrecuperabile del suo Maker, e non lo avrebbe fatto finché non avesse tastato sulla sua stessa pelle l'amara verità.

    Billith è particolarmente ripugnante in questo capitolo, concordo. Pensate che "bello" (le virgolette sono doverose) se anche lo show ce lo propinasse in una veste del genere.

  • #4

    Aria (lunedì, 25 marzo 2013 22:09)

    Ecco: confesso che da vari capitoli ho in effetti questo segreto timore e non ne ho mai parlato per scaramanzia.
    Ma mi consolo ripetendomi che, a meno che non vi assumano, non sarebbero mai altrettanto "brillanti" e...coerenti. ;)

  • #5

    LuciaG (lunedì, 25 marzo 2013 22:18)

    Arrivo anch'io, scusate, oggi giornata pienotta.
    Ragazze, anch'io non mi sento di mettere in croce la povera Jess, lei è la più sola di tutti e sta disperatamente cercando di trovare un posto nel mondo, è comprensibile che avesse conservato un minimo di speranza di riavere il suo maker, ed è pur sempre una ragazzina, quindi... perdoniamola!

    La repellenza non finisce qui, vi avverto, e nemmeno i guai. Anzi, se ne aggiungeranno persino altri, visto come siamo brave? Grazie a tutte, e aspetto Iris!

  • #6

    Iris (martedì, 26 marzo 2013 21:27)

    Mamma mia, sono proprio rimbambita, chissà perchè pensavo che postaste oggi, quindi scusate il ritardo. Capitolo incredibile, mi sono immaginata la trasformazione di Bill punto per punto, spero solo di non sognarmela stanotte, che schifooooooooo!!!
    Comunque è veramente lodevole il coraggio di Raistan ed Eric, nonostante le condizioni fisiche in cui si trovano. Sono dei veri guerrieri, ma questo si sapeva già. Ma perchè il maledetto non muore? Di sangue ne ha già perso a litri, non basta mai? Mi chiedo davvero come faranno a sconfiggerlo, ho capito che c'entra il materiale con cui lo feriscono, o forse questo serve solo per respingere gli spiriti? Che poi, questi benedetti spiriti perchè devono dare retta a quel bastardo?? Non è giusto, loro hanno già Billith di cui occuparsi, non dovrebbero subire ulteriori ostacoli!
    Comunque bravissime, gli autori di TB dovrebbero leggere la vostra storia, sicuramente il billith del telefilm sarà meno efficace!

  • #7

    LuciaG (martedì, 26 marzo 2013 23:24)

    Ohhh, Iris, ci chiedevamo dove fossi finita!

    Non posso dirti se il problema della (non)mortalità di Billuccio sia dovuto al materiale usato, ma verrà tutto a suo tempo. Gli spiriti forse sono sotto il suo influsso e non possono comportarsi in altro modo, ma credo che il prossimo capitolo getterà luce anche su questo aspetto. Se sia un bene o no, lo vedrete muhahahahahaha (risatina satanica).
    Bella risposta del cavolo ahahah facevo prima a dirti NONZO, come in Mediterraneo!

    Vabbè dai, venerdì viene presto!