- 15 -
'Cazzo! Hai sentito? Era la ragazzina.' - urlò Raistan mentalmente, trasalendo e interrompendo la ricerca frenetica di quel misterioso qualcosa-di-ferro che avrebbe permesso loro di superare lo sbarramento di spiriti che bloccava loro la strada. In quel momento non li stavano tormentando, sembravano in attesa di direttive, e si limitavano a fluttuare loro intorno, come se li stessero studiando. Di tanto in tanto, nel groviglio di vapore nero che formava le loro membra impalpabili, emergeva qualcosa di simile a un viso, distorto dalla sofferenza e dalla tristezza. Quel posto era un incubo adesso che era abbandonato, ma non doveva essere stato molto meglio quando era in funzione. Tutto quel buio... quelle celle... tutta quella disperazione che ancora aleggiava nell'aria...
Eric tentò di slanciarsi in avanti, preoccupato per il grido che era giunto fino a loro, ma i guardiani si compattarono, rendendoglielo impossibile.
“Perché ci fate questo? Perché obbedite agli ordini di quella creatura demoniaca? Voi non avete niente a che fare con Lei, non siete malvagi, siete soltanto anime in pena, imprigionate in questo luogo spaventoso. Aiutateci, e forse avrete la possibilità di essere salvati. Non posso promettervelo, siamo soltanto dei vampiri, ma Lei non vi ama. Siete soltanto dei servi, ai suoi occhi, e quando ci avrà sterminato tutti se ne andrà a seminare morte e distruzione altrove, lasciandovi qui, senza pace e senza conforto, per sempre. Per favore, lasciateci passare, vogliamo solo salvare le nostre compagne e andarcene, non abbiamo chiesto noi tutto questo. Guardate che cos'ha fatto al mio amico. Se non riusciremo a sconfiggerla, è destinato a un'eternità fatta di sete e di dolore, senza nemmeno il sollievo della morte. Gliel'ha promesso. E adesso sta facendo qualcosa di terribile a delle femmine indifese, per puro divertimento. Davvero volete permetterlo? Io credo che voi siate sensibili alle sofferenze, perché ne avete sperimentate troppe, nella vostra vita sfortunata. Vi prego, non vi chiedo di aiutarci, ma almeno non ostacolateci.”
Eric parlò con voce ferma e accalorata, sentendo sempre più pressante l'esigenza di agire, ma sapendo di non poter forzare i tempi. Uno strano mormorio si era levato nella stanza, come se gli spiriti stessero parlando tra loro, e l'aria era permeata di una particolare energia, simile all'elettricità. Raistan si appoggiò al muro e si lasciò scivolare a sedere sul pavimento, esausto. Non c'era un solo centimetro del suo corpo che non gridasse vendetta, ma la tortura peggiore era non poter aprire la bocca. Gli stava venendo una sete spaventosa, ma non aveva modo di soddisfarla, e non l'avrebbe avuto mai più, se fossero stati sconfitti. Eric aveva ragione, a lui toccava un destino ben peggiore della morte, ma non lo avrebbe permesso. Si sarebbe ucciso molto prima, quello era un solenne giuramento. Intanto però erano bloccati in quel dannato corridoio infestato, e si erano ridotti a parlare con dei fottuti fantasmi.
Shibeen... qui sta andando tutto a puttane... non voglio che tu venga. Stai lontana, hai capito? Non-venire, non voglio che tu rischi la vita per me. Non...
“Van Hoeck, guarda.”
La voce di Eric lo riscosse dalla sua comunicazione mentale, e Raistan si rimise in piedi a fatica, sbalordito per quello che stava accadendo davanti a loro. Le anime avevano creato una specie di corridoio oscuro, e una di loro, apparentemente una donna, da quel poco che si riusciva a distinguere del suo viso, li stava invitando a passare con un cenno della mano evanescente e scheletrica.
Fate che questo posto non sia soltanto un luogo di dolore. Salvate le donne e salvate voi stessi e non dimenticatevi di noi. Non possiamo intervenire al vostro fianco, la Sua magia è troppo potente, ma possiamo riconquistare un briciolo di libertà scegliendo se trattenervi o no. E abbiamo scelto. Andate.
Eric e Raistan rivolsero loro un solenne cenno col capo, poi si insinuarono nel corridoio gelido e sfrecciarono via. Avrebbero dovuto restare uniti, accidenti! In quel modo invece erano diventati il punto debole gli uni degli altri, e quel bastardo li avrebbe annientati.
“Ferro, Van Hoeck, continua a cercare, non possiamo arrivare là disarmati! Se è come dici tu, potremmo trovarci davanti qualunque cosa!”
‘Lo sto facendo, cosa credi? Dovremmo esplorare queste stanze, ma non c'è tempo... non ce n'è mai...’
“Io me la posso cavare da solo, tu guarda meglio, e intanto restiamo in contatto mentale.”
‘No, è uno sbaglio sparpagliarci in giro in questo modo, non dobbiamo! Solo stando uniti abbiamo qualche possibilità!’
Un nuovo grido femminile, pieno di terrore e sofferenza, li fece trasalire entrambi e spezzò ogni indugio di Eric che si dileguò in un lampo, lasciando Raistan a imprecare mentalmente, di nuovo solo.
La scena che si presentò davanti agli occhi di Eric era davvero da incubo. Pam, Tara e Isabel giacevano immobili sul pavimento, prive di sensi; Sookie si era rintanata in un angolo e tremava, pallida come un cencio, il viso stravolto rigato di lacrime; Jessica si stava dibattendo tra le spire di una creatura che di umano non aveva più nulla, la cui vista rischiò di mandare in tilt la mente di Eric. Il suo cervello stava cercando disperatamente di elaborare le immagini che gli occhi gli rimandavano, per catalogare quello che vedeva, ma non ci riusciva. Prima gli parve una specie di piovra, poi qualcosa di simile a un ragno, ma c'era sempre qualche nuovo dettaglio che emergeva e faceva crollare l'illusione, ed Eric sentiva la mente sottoposta a un sovraccarico quasi intollerabile. Per fortuna, il suo retaggio vichingo gli diede l'unico suggerimento utile in una circostanza come quella: era il nemico e andava annientato. Si sentì subito meglio, e più padrone di sé, almeno fino a quando la voce della creatura non gli esplose in testa con la potenza di una bomba nucleare, costringendolo in ginocchio con le mani artigliate ai capelli: 'Gentile a tornare a trovarci, Northman. Eri curioso di assistere alla morte di tutti coloro che ami? Allora mettiti comodo, perché si comincia.'
Jessica, con il volto rigato di sangue, gridò di nuovo, ed Eric temette che sarebbe stata la prima a soccombere, ma a sorpresa il demone la scaraventò lontano con quelle propaggini che potevano assomigliare a zampe, e si diresse, quasi strisciando ma a una velocità indiavolata, verso il gruppetto di vampire prive di sensi.
A te l'onore di scegliere chi sarà la prima, e se non lo farai lo faremo noi, e lo rimpiangerai.
“No, non posso. Uccidi me, non è questo che vuoi, bastarda? Non posso scegliere!”
Lo hai già fatto, Normanno.
Con quella zampa ora simile ad un artiglio, Lilith afferrò Isabel per i capelli e la trasse a sé, strappandole un gemito inconsapevole. Ad Eric parve di scorgere un sorriso di scherno sul volto deforme della creatura, prima che, con un vigoroso strattone, la testa della vampira venisse separata dal corpo, che si trasformò all'istante in poltiglia rossa. Sookie urlò e lo stesso fece il vichingo, poi l'ennesima risata beffarda gli invase il cervello.
Il prossimo...
Con un ringhio feroce, l'autocontrollo svanito, Eric si lanciò verso la creatura a mani nude.
A distanza di una decina di celle, Raistan sentì le nuove urla ed imprecò mentalmente, poi perse anche lui il controllo fino a quel momento mantenuto a stento. Si avventò contro la rete arrugginita di un letto, abbandonata in un angolo, e prese a distruggerla a furia di calci, strappandone delle sezioni e scaraventandole in giro, con versi animaleschi che gli sfuggivano dal fondo della gola a sottolineare la sua furia. Si ferì diverse volte con i bordi taglienti del metallo senza nemmeno accorgersene, e quando di essa non rimasero che pezzi sparsi per tutta la stanza, si guardò intorno, ansimando, alla ricerca di qualcos'altro su cui sfogare la propria rabbia e frustrazione. Gli veniva da piangere, ma sapeva che se avesse iniziato non sarebbe più riuscito a smettere, quindi ricacciò indietro le lacrime e notò i tagli che gli solcavano i palmi di entrambe le mani, già in via di guarigione. Un lieve rumore lo fece voltare di scatto, ringhiando, pronto a dare battaglia. Si ritrovò a fissare molto da vicino il viso evanescente di uno degli spiriti e fece un salto indietro per lo spavento, poi si spostò verso l'uscita, ma il fantasma gli si parò davanti e gli girò intorno un paio di volte, come a volerlo studiare.
Non potendo parlare, Raistan dovette adattarsi ad aspettare e rabbrividì per il gelo che gli trasmetteva.
E poi, incredibile a dirsi, sentì chiaramente una pacca sul sedere e squittì per la sorpresa e lo sconcerto.
‘Ma che cazzo...
Non c'è tempo, Casper, di là stanno facendo a pezzi i miei compagni, devo trovare delle armi di ferro, togliti dalle palle!’
Ebbe l'impressione di udire una lieve risata e mosse di nuovo qualche passo verso la porta scardinata della cella, ma di nuovo lo spettro gli sbarrò la strada. Emanava una sorta di energia impossibile da ignorare e da varcare e Raistan si passò una mano sul viso, sospirando.
‘Puoi sentirmi? Non ho tempo per questi giochetti, fai la brava...’
Di sicuro era una femmina, ne aveva intravisto abbastanza chiaramente i tratti. Giovane, forse bionda, un viso abbastanza comune, ma era difficile dirlo con sicurezza. A volte i lineamenti scomparivano per poi riformarsi subito dopo, come un ologramma debole e difettoso.
Con una certa preoccupazione, Raistan vide due sbuffi di fumo dalla vaga sembianza di mani allungarsi verso il suo viso e indietreggiò fino a ritrovarsi con la schiena contro il muro, lanciando tutto intorno occhiate frenetiche alla ricerca di una via di fuga che non c'era. Sentì qualcosa di gelido sfiorargli le guance, per poi scendere e indugiare sul punto in cui una volta si trovava la sua bocca. Anche lo spettro molestatore, gli doveva capitare?
‘Per favore, ho fretta, devo uscire di qui, perché non torni a svolazzare con i tuoi amici e mi lasci in pace?’
Il tocco si spostò sui suoi capelli, poi gli si insinuò sotto la maglia a brandelli, facendolo trasalire, e il viso del fantasma si materializzò di nuovo a poche spanne dal suo.
‘Oh cazzo, ma che ti sei messa in testa? Levati, stronza, devo andare ad aiutarli!’
Provò a spingerla via, ma le sue mani sprofondarono nelle volute di fumo nero che costituivano il suo corpo, con l'unico risultato di metterlo ancora più a stretto contatto con l'entità. Si lasciò sfuggire un altro lamento di esasperazione e ritirò di scatto le braccia. Era stato come tuffarle in una pozza di acqua gelata, e se le sentiva intorpidite e quasi insensibili. Poi lo spirito tolse l'assedio all'improvviso, si spostò verso la porta e gli fece cenno di seguirlo. Raistan lo fissò per un attimo, incredulo, poi si staccò dalla parete e gli obbedì. Percorsero tutto il corridoio, poi scesero una scala apparentemente interminabile, fino a giungere davanti a una porta metallica, appena socchiusa. Il fantasma fece un cenno a Raistan, come ad invitarlo ad entrare. Lui si trovò in quello che doveva essere stato un laboratorio, o una sala operatoria. C'era un tavolo metallico dotato di cinghie, e un carrello su cui erano ancora allineati vari strumenti dall'aspetto letale. Bisturi, pinze, divaricatori e un lungo coltello dalla lama seghettata e arrugginita. Raistan si sentì come un bambino davanti ai regali di Natale e tentò di sorridere, ma dovette presto desistere.
‘Grazie, è proprio quello che stavo cercando.’
Raccolse tutti gli oggetti che gli parvero utili al suo scopo – sicuramente di ferro, data la patina di ruggine che li ricopriva – e li stipò tra le tasche e il retro dei jeans, ma impugnò il coltello a sega e strinse la mano sull'impugnatura, sentendosi confortato per il suo peso.
Fece per sfrecciare verso la porta, ma ricevette una decisa spinta sul torace che, data la sua debolezza, lo mandò a gambe all'aria e gli strappò l'ennesimo verso di sorpresa. L'attimo successivo, lo spirito lo sovrastò e Raistan si sentì avvolgere dal freddo. Tentò di rialzarsi, ma era come se una forza immensa lo tenesse incollato al pavimento, e lui non poté far altro che restare immobile, ansimante e confuso.
Mi chiamo Shelley, e la mia vita è finita proprio in questa stanza maledetta... c'era un medico... più pazzo di noi pazienti... e mi ha fatto cose... solo perché ero una ragazza allegra e mi piaceva divertirmi... a te piace, vampiro?
'Sì, mi piace, ma non adesso! Mi stai facendo perdere del tempo prezioso, i miei amici sono in pericolo, riesci a capirlo?'
Per noi il tempo non ha più significato, e io mi sento tanto sola... posso essere carina con te, se vuoi. Ti ho fatto trovare tutti questi begli attrezzi, non vuoi ricambiare?
Raistan ebbe la precisa percezione di una mano gelida che gli si insinuava nei pantaloni e serrò i denti dietro le labbra sigillate per non urlare. Non era possibile che gli stesse accadendo una cosa del genere, oltre a tutto quello che aveva dovuto sopportare fino a quel momento!
'Per... per favore... non ce la faccio... lasciami andare...ti... ti prometto che se non mi ostacolerai più tornerò qui da te, se potrò, e... sarò... gentile... ma non adesso... ti prego... non adesso.'
La sensazione sconvolgente di una mano di ghiaccio che si muoveva sul suo sesso cessò all'improvviso e Raistan chiuse per un attimo gli occhi per il sollievo. Lo spettro era accanto alla porta, adesso, e lui si alzò su gambe malferme e la raggiunse.
Andiamo, ti guiderò fino a loro, ma tu ricordati la promessa.
'Grazie. Non la dimenticherò.'
Ripercorsero all'indietro tutta la strada fatta in precedenza, fino a giungere nei pressi dell'ennesima porta sbarrata. Nessun suono proveniva al di là di essa.
'Sono lì dentro, e Lei non è più come prima. Una di voi è morta e il tuo amico è anche lui a un passo dal raggiungerla. Tutto dipende da te, adesso. Buona fortuna. E ricordati, io ti aspetterò.'
Lo spirito si dileguò, diventando un tutt'uno col buio, e Raistan prese un lungo sospiro, poi, lentamente, aprì la porta.
Scrivi commento
Mabel (venerdì, 29 marzo 2013 18:17)
Ecco lo spiritello porcello in effetti mancava :D... certo che solo Raistan incappa nel fantasma ninfomane... sono davvero curiosa di vedere come adempirà alla sua promessa.
Isabel purtroppo aveva scritto condannata a morte in fronte, d'altra parte sperare di riportare tutti a casa era piuttosto ardua.
Billith in questo capitolo mi ha ricordato Cthulu, uno dei mostri del pantheon di divinità di Lovecraft. Provvidenziali le anime dotate ancora di libero arbitrio che hanno potuto scegliere ( e bene per fortuna)... Speriamo che nel prossimo capitolo Billith soffra parecchio e possibilmente che ci lasci anche Bill con buonapace degli autori di TB
LuciaG (venerdì, 29 marzo 2013 18:37)
Cosa vuoi che ti dica, Mabel, il fascino è fascino e lo subiscono anche i morti-morti, e poi Shelley era davvero una tipa un po' particolare! Cthulu, vero, può ricordarlo, anche se lì per lì non ci abbiamo pensato, non io, per lo meno. Credo che Claudia avesse più in mente Mimic, per questi capitoli.
E' vero, farli tornare tutti sani e salvi sarebbe stato pretendere troppo, spero solo che Isabel sia la prima e l'ultima. Io voglio ridare una bocca a Raist, soprattutto, va bene i pensieri, ma per fare pienamente il Raistan ci vuole una bocca!
Aria (venerdì, 29 marzo 2013 19:41)
Non posso che ripetermi: complimenti, sempre meglio...anzi, peggio.
Ho trovato il capitolo stupendo.
Anch'io ho pensato al mostro di Lovecraft: mi ha trasmesso la stessa sensazione di inquietante malessere.
Il "retaggio vichingo" di Eric è sempre lì, per fortuna: ho semplicemente adorato il modo in cui, per lui, perfino un orrore incomprensibile è diventato semplicemente un nemico da combattere...a mani nude.
La parte relativa agli spiriti, le parole di Eric e la scelta, mi hanno commossa: è stato come se si aprisse una porta fra anime in pena, vampiri e fantasmi.
E mi è piaciuto moltissimo anche ritrovare Shelley e scoprire che, pure dopo l'orrida fine che le hanno riservato in AHS, non ha perso il suo "spirito". ;)
Non riesco ad immaginare come Raistan riuscirà a mantenere la sua promessa, ma non dubito che lo farà.
Come riavrà indietro la sua bocca è un'altra questione di diffile previsione, ma penso che, se i nostri riusciranno a sconfiggere Chtulu, una soluzione si troverà.
Chissà se gli spiriti potranno aiutare anche in questo?
Mi spiace per Isabel, ma sapevo che qualcuno avrebbe pagato per Jessica.
LuciaG (venerdì, 29 marzo 2013 20:19)
@Aria:Grazie per i complimenti, in effetti è stato bello anche per noi scrivere questo capitolo, c'è una vena di malinconia in sottofondo che me lo rende particolarmente caro.
E' facile rappresentare Eric coraggioso e impavido, perchè per noi è così, basta ascoltarlo. Io trovo ammirevole anche Raistan che finora ha mantenuto un controllo di se stesso encomiabile, ma che nel sentire urlare i suoi amici e sentendosi del tutto impotente si è sfogato contro la prima cosa che gli è capitata fra le mani, mi ha fatto tenerezza!
E la sua bocca... argh.
Credo proprio che manterrà la sua promessa con Shelley, perchè lui è di parola, ma quello che succederà non mi è ancora dato saperlo. O forse sì ahahahah.
Grazie comunque, è bello sentirsi apprezzati.
Iris (venerdì, 29 marzo 2013 21:08)
Evviva, pensavo che saltaste, stavo per perdere la speranza, e invece no, ecco un gioiello di capitolo!
Guardate, io non so come fate, ma ci state dando ogni tipo di emozione, leggervi è un vero piacere, gli autori di TB dovrebbero davvero fare un salto da queste parti! Intanto, guardando AHS ho conosciuto Shelley, e posso dire che sì, me la vedrei proprio a fare una cosa del genere. La farei anch'io, anche se non è quella la reazione che mi piacerebbe suscitare in Raistan. Ma d'altronde cosa si può pretendere? Insonne, fisicamente al limite, esasperato, terrorizzato, il senso di opportunità di questo spirito è un po' carente!
Solo che... state per finire, vero? Nooooo... però almeno le avventure sul blog di Raistan continueranno(spero) e io le seguirò settimana per settimana.
Grazie a Lucia e Claudia per questa splendida avventura, spero che ce ne saranno altre!
Claudia (venerdì, 29 marzo 2013 22:03)
Lucia è stata semplicemente geniale a introdurre il fantasma di Shelley, che in AHS2, poverina, ha fatto una fine davvero pessima. Io faccio il tifo per lei, e spero che Raistan le regali 5 minuti in paradiso quando tutto sarà finito... ma la verità è che non posso fare previsioni. Non so neppure se Raistan ce la farà a uscire dal Briarcliff tutto intero.
Ottima osservazione Mabel riguardo a Chtulu. Nell'elaborazione del personaggio di Billith io e Lucia abbiamo pescato a piene mani da varie parti dell'immaginario horror a noi più caro, volendo creare una creatura temibile ma al tempo stesso repellente, che incutesse soggezione e disgusto, un nemico terribile persino per degli esseri potenti come i vampiri eppure dotato di una vena grottesca.
Grazie a tutte per l'assiduità dei vostri commenti, è proprio un piacere scrivere sapendo che a leggere ci sono persone come voi. ;)
Lucia (venerdì, 29 marzo 2013 23:07)
Mi associo a Claudia nei ringraziamenti, e anche all'incertezza per la sorte dei nostri amici, purtroppo. Soprattutto sull'intierezza di Raistan, devo dire. E che starà succedendo dietro quella porta??
@Iris: Sei un ciclone e trasmetti allegria, grazie molte!