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Un attimo di silenzio interdetto calò sulla strana compagnia, mentre tutti osservavano il paesaggio schiarire sotto l'avanzare inesorabile del nuovo giorno. La neve ricopriva ogni cosa sotto il suo manto, mentre dal cielo grossi fiocchi sembravano annunciare un nuovo peggioramento delle condizioni atmosferiche. Non una bella notizia per quattro vampiri e un'umana spersi nel nulla a bordo di un SUV, a pochi minuti dall'alba.
“Oddio, e adesso che facciamo? Bruceremo, non ci sono case qui intorno, non ne ho vista nessuna, la macchina non ci riparerà! Come facciamo?! Io...” squittì Jessica, terrorizzata.
“Tu farai meglio a tacere, è anche colpa tua se ci troviamo in questa situazione di merda, avresti dovuto avvertirmi subito del messaggio di Eric, ma eri troppo impegnata a fare la cretina con Raistan, vero? Se Eric muore, giuro che io...” le rispose Pam, incenerendola con lo sguardo.
“Finitela tutte e due, mi state facendo innervosire, sembrate delle vecchie galline isteriche, che cazzo! Femmine! Isabel, serve un'idea alla svelta. Quanto manca a quel dannato posto?” ringhiò Raistan, mantenendosi a stento fermo sul sedile.
“Secondo il navigatore dovremmo quasi esserci, ma vedo a malapena la strada, non so esattamente dove...”
“Là! Là davanti, vedo qualcosa!” urlò Tara, indicando un punto indefinito davanti a sé. Aveva ragione: a una cinquantina di metri alla sinistra della strada, la sagoma massiccia di un enorme edificio si stagliava contro il nero ormai sbiadito della notte. La neve cadeva sempre più fitta e vorticosa, e si stava facendo difficile mantenere il controllo del SUV sulla strada ghiacciata e ricoperta da un infido strato di neve fresca.
“Uhm... bel posticino” ironizzò l'olandese, ma nessuno gli rispose. Solo Jess, dal sedile posteriore, si lasciò sfuggire un verso molto simile a un guaito.
“Non stiamo veramente pensando di trovare rifugio là dentro, vero, quando per tutto il giorno saremo vulnerabili e l'unica che ci potrebbe proteggere è Sookie?” chiese Pam, pronunciando con una smorfia il nome della ragazza, come se sentisse un gusto cattivo in bocca. La macchina intanto si era fermata a poca distanza dal gigantesco ospedale, in una macchia di alberi scheletrici che soltanto la neve ingentiliva un tantino.
“Vedi altre alternative, Pamela? Tara e Jessica non resisteranno di certo sveglie, sono troppo giovani, ma noi tre potremmo farcela, anche se ci indeboliremo moltissimo. L'importante è non addormentarsi in massa, o niente e nessuno sarà in grado di svegliarci fino a domani sera” rispose Isabel, con gli occhi fissi sulla lugubre facciata del palazzo in rovina.
“Beh, ma anche Bill, o quello che è, dovrà dormire, è pur sempre un vampiro, no?” disse Jessica, con aria speranzosa.
“Non possiamo esserne certi, e non possiamo dargli un simile vantaggio. Io dico di entrare, di trovare una stanza sicura in cui voi giovani possiate chiudervi e dormire, mentre noi ci metteremo alla ricerca di Eric fino a quando ne avremo la forza. Sei d'accordo, Sommo Maestro?”
Raistan sentiva lo sguardo della vampira su di sé e non poté far altro che annuire, ma provava un segreto sgomento all'idea di dover sfidare due nemici così grandi nello stesso momento: la luce del giorno e una specie di demone incazzato. Aveva resistito sveglio dopo l'alba solo in pochissime occasioni, sentendo le energie abbandonarlo come acqua che fluisce da uno scarico, lottando per mantenere la lucidità e combattendo contro la nausea ogni minuto di ogni ora. Eppure la vampira aveva ragione, mettersi a vagare per i campi innevati all'alba non era un'opzione, e nemmeno cercare rifugio sotto terra, non con il suolo trasformato in un compatto blocco di ghiaccio.
“Va bene, muoviamoci. Voglio silenzio assoluto, e tutti armati. Sookie, tu entrerai fra Pam e Tara, ti voglio con il culo coperto.”
Fu naturale, per le vampire, accodarsi a Raistan che si avviò di corsa verso lo spettrale palazzo in rovina, con le sue fedeli Glock spianate. Quando arrivò davanti al massiccio portone di ingresso, sotto il porticato a tre colonne dall'aria pericolante, si voltò a guardare il suo seguito. Chi lo avrebbe mai detto che, dopo più di cento anni come Generale Supremo dei Diurni, al comando di un immenso esercito, si sarebbe ridotto a capeggiare un manipolo di femmine disperate a caccia di un nemico di cui in realtà non conosceva nulla?
“Andiamo. Chi fa cazzate dovrà vedersela con me, chiaro?” dichiarò, e spinse il pesante battente che si schiuse con un cigolio sinistro.
Il gruppo di vampiri si addentrò nel Briarcliff proprio mentre, alle loro spalle, la bufera di neve cominciava a infuriare. Il vento penetrava attraverso le fenditure delle mura producendo un fischio che assomigliava quasi a un urlo; la scarsa luce che filtrava rivelò la sagoma di un’imponente scalinata a spirale, semisepolta da una montagna di foglie secche che iniziarono a turbinare non appena una folata di vento gelido si infilò attraverso lo spiraglio del portone.
Sookie rabbrividì, in attesa che le sue pupille si adattassero alla penombra. “Che bella casetta” guaì Jessica alle sue spalle. “Già, ti fa venir voglia di passarci le vacanze, altroché” bofonchiò Tara. “Shhh! Fate silenzio. Non abbiamo idea di cosa si nasconda qua dentro, per quello che ne sappiamo potrebbe essercisi annidato un esercito di Sanguinisti, o il fottuto anticristo in persona. Che io sia dannato… perché mi sono lasciato coinvolgere in questa faccenda?”
Qualcosa guizzò a velocità supersonica tra i loro piedi, per poi dileguarsi; Sookie fece un salto. “Cacchio! Cos’era? Cos’era?”
“Un ratto, Bo Peep. A proposito di topi, piantala di squittire” sibilò Pam, e la strattonò in avanti per farla camminare più velocemente. Sookie si strinse al braccio di Tara, che stranamente non si scostò.
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Alcuni minuti dopo i vampiri avevano attraversato una serie di corridoi, verificato che erano tutti deserti, e si erano ritrovati in quello che doveva essere stato, oltre quarant’anni prima, il settore dei dormitori. Tante piccole celle cieche affiancate l’una all’altra, in avanzato stato di abbandono ma utilizzabili per un improvvisato giaciglio, almeno finché il sole non fosse tramontato.
Raistan aveva ordinato a Jessica e a Tara di mettersi a riposare all’interno di una di esse. “Io, Isabel e Pam ci alterneremo nella veglia, per tenere sotto controllo la situazione ed esplorare i dintorni. Sookie, puoi addormentarti anche tu. Sarà meglio che recuperi un po’ di forze, altrimenti ci sarai solo d’intralcio.”
Lei scosse la testa. “Non ho sonno. Ora che ho smaltito la morfina, mi sento come se avessi bevuto venti caffè… E poi ho anche io le mie cartucce da sparare”, spiegò con un sorrisetto misterioso.
“Come vuoi” tagliò corto Raistan e fece cenno a Pam e Isabel di coricarsi all’interno della cella con le due vampire più giovani. Pam fece per protestare, ma Isabel la tirò delicatamente all’interno. “Abbiamo bisogno di riposo, altrimenti saremo troppo deboli per affrontare Lilith, Pamela”, le spiegò con pazienza.
Raistan chiuse la porta della cella. “Tu rimani qui” - intimò a Sookie – “e accertati che rimangano al sicuro. Io darò un’occhiata nei dintorni per vedere se riesco a trovare Eric.”
“Vengo anch’io”, si lanciò la ragazza. “Riesco a percepire la vicinanza di Eric, posso aiutarti nella ricerca.” Raistan scosse la testa. “No, è meglio di no. Prima pensavo che avremmo potuto lasciare le ragazze a dormire incustodite, ma ho una brutta sensazione. Questo posto mi sembra ogni minuto che passa più sinistro e sento una presenza negativa aleggiare tutto intorno a noi… Non possiamo separarci dal resto del gruppo. Sarò di ritorno fra poco.”
Dopo circa una decina di minuti, Raistan ricomparve. Scosse la testa in direzione di Sookie, per segnalarle che non aveva trovato nulla; poi lasciò cadere con un sospiro sul pavimento polveroso, dal lato della cella opposto a quello in cui si trovava acquattata la ragazza. Stava già iniziando a perdere sangue dal naso e Sookie lo osservò di sottecchi in silenzio per qualche istante, notando i segni della stanchezza e della sofferenza fisica affiorare sul suo volto.
“Grazie”, disse finalmente, dopo essersi schiarita la voce. “E’ la seconda volta che mi tiri fuori dai pasticci, te ne sono grata.”
“E’ Northman che dovrà essermi grato, non tu. Non so che farmene della tua gratitudine, non sei un vampiro millenario. Ma grazie del pensiero” borbottò Raistan appoggiando la nuca alla parete e socchiudendo gli occhi: la nausea stava iniziando ad appesantirgli le palpebre e a formargli un fastidioso nodo alla bocca dello stomaco. Presto l’impulso di rigettare sarebbe diventato soverchiante.
“Non sottovalutarmi troppo, ne sono cambiate di cose dall’ultima volta che mi hai vista” ribatté Sookie.
“Cosa intendi?”
“I miei poteri di fata sono aumentati” spiegò. “Diciamo che ora sono in grado di sparaflashare un vampiro come e quando voglio.”
“Mmmhhh… interessante. Se riesci a sparaflashare anche il dannato Billith ti offro una cena nel tuo ristorante preferito.”
“L’unico ristorante che frequento è il Merlotte’s Bar & Grill, e se mi offri una cena lì giuro che sarai tu quello sparaflashato” ribatté Sookie con decisione, riuscendo a suscitare un sorriso, seppur breve, in Raistan.
Passarono molti minuti, forse un’ora o più, durante i quali l’unico suono era il fischio della bufera che di tanto in tanto si trasformava in un autentico ruggito.
“Raistan?”
“Uh.”
“… credi che esista una versione della storia in cui Bill riesce a tornare in sé e noi non siamo costretti a ucciderlo?”
“No.”
Sookie tornò a tacere e ad ascoltare l’urlo del vento.
Verso le undici della mattina Raistan, allo stremo, si coricò al posto di Isabel, che si affiancò a Sookie. Un paio d’ore dopo fu il turno di Pam, che emerse dalla cella con una smorfia sul volto e si sedette malvolentieri sul pavimento dopo aver spazzato via il grosso dei detriti con il piede.
“Senti qualcosa?” chiese a bruciapelo a Sookie. Non aveva bisogno di specificare che si stava riferendo al blood bond.
“Il dolore è sparito da quando è sorto il sole”, rispose lei. “Credo sia perché Eric si è addormentato. Ma… riesco a percepire la sua presenza, sento che è qui, da qualche parte.”
“Anche io. Non so come, forse è ancora l’effetto del tuo sangue, ma lo sento. Siamo vicini.”
“Già.”
“Sì.”
“Dobbiamo aspettare che tramonti il sole…” constatò Sookie.
“E che anche gli altri siano svegli, non possiamo farcela da sole” confermò Pam.
“Certo.”
Tacquero e si guardarono in faccia per la prima volta da ore.
“ ‘fanculo gli altri, andiamo a cercare Eric, adesso!!” esclamò Pam.
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Pochi istanti dopo stavano già percorrendo il lungo e oscuro corridoio a ritroso, seguendo il richiamo del blood bond, debole ma percepibile. Dovettero vagare alla cieca a lungo attraverso una serie di cunicoli e di scale prima che il blood bond iniziasse a intensificarsi, quasi come la luce di un faro nel buio. “Ritroveremo la strada della cella?” bisbigliò Sookie, puntando la torcia sulle pareti del corridoio; il cono di luce inquadrò una serie di scritte incerte, alcune incomprensibili, altre deliranti, probabilmente lasciate dai pazienti del manicomio. Trasalì nello scorgere quelli che sembravano degli spruzzi di sangue incrostato… o forse era solo vernice, o sporco?
“Riesco a riconoscere il tragitto che abbiamo appena trascorso dall’odore che lasci in giro, Bo Peep. Sei come un fottuto Arbre Magique fatato. Quando questa faccenda è finita ricordami di staccarti una mano e appenderla allo specchietto retrovisore della mia auto.”
“Ah… grazie per questa immagine. Come se non fossi già abbastanza agghiacciata da questo posto!” ribatté Sookie, e l’eco della sua voce si propagò per alcuni secondi… trasformandosi, alla fine, in una specie di stridio gracchiante e mostruoso. La ragazza e la vampira si bloccarono, interdette.
“Hai sentito… quella cosa?” chiese Sookie, con il cuore in gola.
“Cazzo, sì. Forse era un uccello... Sembrava un verso di un uccello.”
“Non c’è nessun uccello che faccia un verso simile. Ho già sentito quel rumore… E’ stato quando Bill si è trasformato in Billith. Forse dovremmo torn…” – Ma non fece in tempo a finire la frase, perché una fitta atroce, come una scarica elettrica, si propagò nel suo corpo dalla testa ai piedi, costringendola a piegarsi in avanti per il dolore e a mollare la presa sulla torcia, che cadde a terra e rotolò fino a sbattere contro il muro. Pam le fu vicino con uno scatto e rapida le tappò la bocca per assicurarsi che non urlasse. Durò ancora qualche secondo, poi Sookie si rimise lentamente in posizione eretta, ansimando piano. Aveva la fronte imperlata di sudore. “Va meglio. Ora… è passato. Crist… Cribbio.”
“Era Eric”, fece Pam. “Era Eric, vero? L’hai sentito?”
“Fortissimo. E’ qui, è vicino, lo sento.” – bisbigliò Sookie, con il cuore che le martellava nel petto così forte da farle temere che il rumore potesse tradirle. “Da questa parte, oltre il corridoio, non ho mai sentito la sua presenza così forte da quando siamo entrati in questo posto. Tu non senti nulla?” – continuò, recuperando la torcia e avanzando di qualche passo.
Pam chiuse gli occhi e si concentrò per qualche secondo. La presenza psichica del suo Maker, inizialmente fievole come un lumicino, iniziò a pulsarle dentro sempre più rabbiosamente; riaprì gli occhi e vide che Sookie era già arrivata alla fine del corridoio e stava svoltando l’angolo, concitata. La raggiunse in un unico balzo; entrambe si ritrovarono in un cunicolo stretto, umido di muffa, immerso nell’oscurità più completa che Sookie provvide immediatamente ad illuminare con la torcia. Al termine del tunnel si stagliava una porta di metallo arrugginito, piccola e dall’aria sinistra, oltre le cui fessure filtrava una luce giallastra.
Sookie e Pam si avvicinarono. In quel momento, Sookie desiderò ardentemente essere in grado di leggere la mente dei vampiri, così da poter capire quanti ce ne fossero all’interno della stanza misteriosa; ma non poteva. L’unica cosa da fare era decidere se avventurarsi oltre la porta o tornare sui propri passi per ricongiungersi al resto del gruppo, rimandando quindi l’incursione a dopo il tramonto. Ma ormai era troppo tardi per temporeggiare. La presenza di Eric era dappertutto, come marchiata a fuoco sulle pareti e diffusa nel pulviscolo, nell’aria. Sookie e Pam si scambiarono un’occhiata eloquente e spinsero la porta, che si aprì con lentezza scricchiolando e stridendo. Si ritrovarono in una stanza circolare, non molto ampia ma dotata di un soffitto altissimo. Sporco, foglie morte e mucchi di detriti – misti a ciò che sembravano ossa umane – intralciavano ogni angolo e l’ambiente era illuminato da un bagliore rossastro proveniente da un’apertura nella parete, coperta da un’inferriata, che sembrava una specie di grande forno. Nel centro esatto della sala, adagiato su un lettino e avviluppato da pesanti catene, c’era il corpo di Eric.
Dimenticando ogni prudenza, le due donne corsero verso di lui, per liberarlo, ma una voce gelida dalle loro spalle le fece voltare entrambe di scatto: “Gentili a partecipare alla mia festa, signore. In effetti un po' di compagnia femminile era proprio quello che mancava” disse colui che una volta era stato William Compton, scoprendo i canini in un ghigno raccapricciante. Poi, tutto successe a una velocità folle: Pam ringhiò e gli si avventò contro, ma fu respinta da una forza straordinaria e andò a schiantarsi contro la parete più vicina, restando a terra, immobile; Sookie distese le braccia davanti a sé nel tentativo di usare i suoi poteri, ma quando si rese conto che non ci sarebbe riuscita e che Bill si stava avvicinando, non poté fare nient'altro, se non urlare. Erano passate da poco le 14, il buio si sarebbe fatto ancora attendere per almeno tre ore, ma in quella stanza albergava un'oscurità ancora più spaventosa.
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Iris (lunedì, 11 marzo 2013 12:27)
Cavoli che ansia questo posto! Non ho visto American horror story ma mi avete fatto venire voglia di recuperare il tempo perduto! Comunque bellissimo capitolo! Ma che metodo seguite? Voglio dire, ne scrivete uno a testa, oppure scrivete un po' per uno nello stesso capitolo? E nel caso, chi ha scritto questo? Ho l'impressione che ci sia stato un cambio di mano a un certo punto, ma potrei sbagliarmi...
Mamma mia, certo che Pam e Sookie non sono state molto prudenti, adesso ci andranno di meglio gli altri! Spero che non facciano troppo male a Raistan. E' troppo buono, si fa sempre coinvolgere in missioni che non lo riguardano da vicino e poi la paga.
Ah, ultima domanda, e scusate il random, ho letto che esiste un altro crossover sempre vostro in cui Raistan interagisce con i personaggi di True Blood, ma dove posso trovarlo?
Comunque ancora bravissime, speriamo che Billith muoia, lo odio anche in TB!
Aria (lunedì, 11 marzo 2013 12:38)
Ho un solo commento e mi viene dritto dal cuore: sadiche!!!
Ma come, finalmente la mia vampira preferita e la versione di Bo Peep che prediligo (quella con le palle e dotata di buon senso e buon gusto) riescono a collaborare e a localizzare Eric e voi...zack! interrompete di nuovo nel momento clou?!?
Mai una volta che Sookie riesca ad usare i suoi poteri fatosi quando davvero serve!!!
Ma non aveva imparato a sparaflashare quando e come voleva??
Poi, come temevo, Billith può imperversare a tutte le ore???
E' plausibile, ma spero che a nessuno degli autori venga in mente di copiarvi l'idea, oppure lo vedremo infestare la prossima stagione giorno e notte. Argh!
Noto pure che parla, oltre a lanciare il richiamo del velociraptor...quanto al ghignare in modo raccapricciante: questo è un tratto che ha mantenuto. ;)
Concordo con tutte le brutte sensazioni di Raistan e sull'osservazione che Bill non potrà tornare ad essere ciò che è stato.
Confesso che vederlo ritrovarsi a fare il gallo nel pollaio, capeggiando il "manipolo di femmine disperate", mi ha fatto molto ridere: questa gli mancava!
Sai che bel risveglio, quando si accorgerà di averne perse due?
LuciaG (lunedì, 11 marzo 2013 12:41)
@Iris, AHS merita, anche solo per l'ambientazione, non potevamo lasciarcela scappare.
Riguardo al metodo, non ne abbiamo uno ahahha nel senso che certi capitoli li scriviamo in solitario e in genere ci alterniamo, in questo hai ragione tu, a un certo punto c'è un cambio di mano, anzi, il cambio di mano è doppio, ci siamo lanciate più volte la patata bollente!
Ti ringrazio per i complimenti, comunque, e credo che tu sia una delle poche ad aver mai detto che Raistan è troppo buono ahahha apprezziamo molto!!
Il crossover a cui ti riferisci si intitola l'Ingaggio e lo puoi trovare sul sito di Claudia, ma siccome io sono pigra, il link te lo darà lei. Esiste anche su EFP, il sito di fan fictions, vedi un po' tu, dopo Claudia ti aiuterà.
Continua a seguirci e fai sempre il tifo per Raistan!
Mabel (lunedì, 11 marzo 2013 13:00)
Non fosse che siamo in un luogo lugubre e angosciante mi godrei la tempesta di neve... :D
Immaginavo che ci saremmo sospese nel climax e concordo con Iri che Sookie e Pam siano state davvero poco prudenti, anche se posso comprendere che rimanersene ad aspettare sapendo Eric in pericolo non fosse ipotizzabile. Un solo appunto: odio il verbo sparaflashare, capisco che renda perfettamente ma mi suona bruttissimo. Quanto al risveglio di Raistan e alla relativa scoperta delle assenti credo che gli improperi si sprecheranno. Concordo con Ria, speriamo che agli autori non venga in mente di permettere a Billith libertà d'azione diurna. personalmente gli toglierei anche quella notturna
LuciaG (lunedì, 11 marzo 2013 13:02)
@Aria, non è che ti ho ignorato, quando ho risposto a Iris il tuo commento non era ancora visibile. Dopo lo faccio con calma, adesso sono di corsa. Cmnq sì, siamo sadicheh!!
raistanvanhoeck (lunedì, 11 marzo 2013 13:05)
@Iris, complimenti per aver sgamato il cambio di mano (triplo) nel capitolo! In effetti di solito scriviamo un capitolo a testa, ma in alcuni casi ci veniamo incontro a vicenda completando parti del capitolo dell'altra, come in questo caso, anche perché due teste ragionano meglio di una.
Per quanto riguarda L'Ingaggio: lo puoi trovare sul mio livejournal (http://blackravenqueen.livejournal.com/tag/l%27ingaggio) - attenta perché i capitoli sono listati in ordine decrescente quindi devi scorrere a ritroso
oppure qui: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1149560&i=1
Buona lettura!
@ Aria, in effetti questa versione di Bo Peep è più sopportabile! Ed è bello che l'urgenza di salvare Eric abbia unito le due eterne litiganti, persino Pam si è un pochino ammorbidita! Quanto a Billith, questa curiosa e pericolosa combinazione di Billo + creatura demoniaca è ancora tutta da scoprire, non è infatti chiaro quanto di Bill sia rimasto, e quanto Lilith sia consapevole dei pensieri e dei sentimenti del nostro nano malefico preferito, ammesso che ce ne siano.
In ogni caso credo si tratti di qualcosa di diverso da una semplice possessione demoniaca: a questo punto, le due "coscienze" si sono fuse in una ed è impossibile scinderle, anche se Sookie ci spera ancora.
=CLAUDIA=
LuciaG (lunedì, 11 marzo 2013 17:52)
@Mabel: ahah penso anch'io che quando Raist si sveglierà e si accorgerà della fuga delle due, tirerà giù il Briarcliff a forza di imprecazioni, e a ragione. Se non riuscirà a svegliare le altre tre vampire prima del tramonto si ritroverà a dover affrontare Billith da solo, e non vorrei essere al suo posto.
Hai ragione, "sparaflashare" non è il massimo, come verbo, ma come hai detto tu... rende, quindi concedici licenza! ;)
Mabel (martedì, 12 marzo 2013 08:05)
@Lucia: concedo tutte le licenze ;)e poi oggettivamente Sookie lo userebbe!