RVH III - NEL BUIO
Primo estratto dal nuovo capitolo della saga di Raistan.
Un momento davvero drammatico di cui saprete l'epilogo soltanto leggendo...
La narratrice, come per una buona fetta del libro, è Shibeen. Raistan non può parlare. Chiedetevi perchè.
“Raistan Van Hoeck, questa Corte ti ha condannato a incontrare la Vera Morte, oggi, 15 febbraio, per i crimini di cui ti sei macchiato. Desideri dire qualcosa, prima che la sentenza sia eseguita?”
“Non ho mai tradito la nostra razza. Ho combattuto per più di un secolo per preservarla, anzi, ma siete troppo stupidi per capirlo.”
Un brusio irato si leva alle sue spalle, tra i giudici vestiti di rosso.
Raistan sta facendo il Raistan e io non posso evitare di sorridergli.
Il giudice gli si para davanti, frapponendosi tra noi. Mi sposto verso sinistra per riuscire a vederlo e lui fa lo stesso. Mi sorride.
“Ora ti sarà trapassato il cuore con un proiettile d’argento. I tuoi resti non saranno consegnati alla tua creatrice, ma dispersi al vento, come si confà a chi commette delitti così gravi. Hai capito cos’ho detto, Raistan Van Hoeck?”
“Ho capito. Adesso levati, ho di meglio da guardare.”
Il giudice lo fissa come se volesse colpirlo. Tutto quello che ottiene è un sogghigno beffardo. In uno svolazzo di vesti, raggiunge i colleghi e rivolge un gesto a un vampiro fino a quel momento immobile accanto alla vetrata. È armato di un fucile corto e tozzo. La guardia al fianco di Raistan indietreggia di alcuni passi ed estrae a sua volta una pistola. Fa scorrere il percussore sul carrello. Credo di sapere a cosa servirà.
“Togliti la camicia e inginocchiati, prigioniero” intima il giudice.
“Te lo puoi scordare” è la sua risposta, accolta da un silenzio sbalordito. La guardia avanza decisa verso di lui, ma il giudice lo ferma con un cenno.
“Procedere.”
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