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Fu difficile non trasalire come un qualsiasi vile umano davanti allo spettacolo che si dipanò di fronte ai suoi occhi. La prima cosa che Raistan registrò, una volta varcata la soglia che conduceva nell’oscurità più integrale, fu la poltiglia. La poltiglia scarlatta, simile a marmellata di ciliegie, che ingombrava parte del pavimento e in mezzo alla quale, fra frammenti di ossa e di tendini, dopo qualche istante di sbigottimento riconobbe gli abiti di Isabel Beaumont. Raistan non poté fare altro che sbattere le palpebre e lasciare che si inumidissero un poco al pensiero di come la principessa di Castiglia avesse incontrato la vera morte dopo tanti secoli. Sarai vendicata, Isabel, disse a se stesso con amarezza, non potendo recitare per lei una preghiera di addio neppure se avesse voluto, considerato lo stato in cui versava ciò che una volta era la sua bocca.
Non ebbe tuttavia molto tempo per compiangere la sua ex compagna di spedizione perché, appena pochi istanti dopo, scorse nel buio un paio di corpi avviluppati in una sorta di grossi bozzoli collegati l’uno all’altro da filamenti viscidi e biancastri, che li mantenevano appesi penzoloni alle pareti come degli enormi bachi da seta. Si trattava di Pam e Jessica, constatò Raistan con assoluto orrore dopo un attento esame: i loro volti, apparentemente immersi in un profondo stato di incoscienza, trasparivano appena attraverso la robaccia fibrosa che le inglobava. Fu tentato di allungare una mano per toccare la strana sostanza, ma la ritrasse appena si accorse che era come… animata, e si muoveva in maniera quasi impercettibile. Con una smorfia, tornò a guardarsi intorno. Dov’erano Tara e Sookie? Dov’era Eric?
E soprattutto… dove cazzo era Lilith?
L’Olandese tese le orecchie, in ascolto: l’aria che lo circondava era perfettamente calma e immobile, senza alcuna traccia del malsano, soprannaturale crepitio che Billith si portava appresso come uno sciame di mosche ovunque andasse. Ciononostante, il silenzio assoluto e quasi tombale gli parve persino più spettrale. Se c’era qualcosa di peggio del trovarsi faccia a faccia con il mostro, beh, era essere bloccato in una condizione di snervante attesa, costretto a guardarsi intorno come un topo in trappola senza avere la minima idea di dove il mostro si trovasse. L’ansia era arrivata alle stelle quando qualcosa di… gelido e umido gli si appoggiò sulla spalla. Si voltò di scatto brandendo il coltello a sega, pronto a squarciare a metà qualunque cosa lo avesse toccato.
Tara fece un salto indietro, e rapida si portò l’indice alle labbra impiastricciate di sangue, per segnalargli di non fare rumore.
‘Cristo, mi hai fatto prendere un colpo, stronza!’ pensò Raistan di getto mentre abbassava il coltello, senza rendersi conto che la giovane vampira non poteva sintonizzarsi sulle sue frequenze mentali come era in grado di fare Eric, non avendo mai avuto il suo sangue. A gesti, cercò di chiederle cosa ci faceva lì e dove si trovavano gli altri, sentendosi incredibilmente ridicolo; lei, per tutta risposta, spalancò la bocca mostrandogli la sua lingua. Mozzata.
Raistan inorridì… poi fu colto da una irresistibile ridarella che, prima di morirgli finalmente in gola, riuscì a infliggergli un dolore pazzesco alle labbra, ansiose di aprirsi ma impossibilitate a farlo. Davvero, sembrava l’inizio di una barzelletta macabra. C’erano due vampiri in un manicomio, uno muto e l’altro… pure!
Un secondo, violento accesso di risa isteriche gli esplose nella gola senza trovare sfogo. ‘Però… tutto sommato Billith non ha avuto mica una cattiva idea, a tagliare la lingua alla cagna…’ – si trovò a pensare, tra un sussulto e l’altro – ‘… ci avessi pensato io ad Amsterdam, mi sarei risparmiato un sacco di scocciature!’
A quel punto stava davvero per strozzarsi; rischiava di soffocare nella sua stessa saliva e a momenti gli schizzavano le budella fuori dal naso. Per darsi una calmata, dovette stringere le nocche attorno alla lama seghettata del coltello finché non la sentì penetrare nella carne. Quando finalmente si ricompose, capì che per il momento, per comunicare con Cassius, c’era un solo modo: imprecando mentalmente, si squarciò il polso sinistro con il coltellaccio e lo offrì alla vampira, sebbene l’idea lo ripugnasse oltre misura. Lei lo fissò, perplessa.
‘Dobbiamo scambiarci il sangue, rimbambita, altrimenti non riusciremo a comunicare in nessun modo!’ Raistan prese a gesticolare goffamente per farle afferrare il concetto – se qualcuno lo avesse visto in quel momento, lo avrebbe silenziato all’istante prima che potesse anche solo pensare di sfotterlo! - mentre Tara continuava a spostare lo sguardo, con aria stolida, dal polso grondante alla faccia di lui. Dopo un po’, finalmente, mangiò la foglia e si curvò a prendere una lunga sorsata dalla vena aperta, ingoiando a fatica a causa del moncherino che aveva al posto della lingua. A quel punto, Raistan avrebbe dovuto bere da lei… già, peccato che le sue labbra fossero cauterizzate assieme in una specie di cuscinetto tumefatto e indistinto.
‘Merda!’ – pensò. ‘Non funzionerà, se non è uno scambio vicendevole!’
Tuttavia Tara sollevò il pollice verso l’alto, come per segnalargli che la manovra era andata a buon fine.
‘Riesci a percepire i miei pensieri?’
Lei annuì.
‘Ma io non posso percepire i tuoi.’
Tara scrollò le spalle, desolata.
‘Pazienza, ci arrangeremo. Dove sono gli altri?’
Tara gli segnalò di seguirla. Si introdussero nell’ennesimo cunicolo avvolto nell’oscurità, e dopo qualche decina di passi Tara si fece da parte per far passare per primo Raistan, che avanzò nella nuova stanza con la mano ben salda sull’impugnatura del coltello seghettato. Sulle prime, sembrava che l’ambiente fosse deserto, ma…
“Stupido figlio di puttana… spero che almeno tu sia venuto fin qui… armato fino ai denti…”
Raistan sollevò lo sguardo; immerso nell’oscurità, appeso per i polsi a mezz’aria tramite filamenti bianchi come ragnatele, parzialmente avvolti in un intrico sfrangiato attorno al torace nudo e alle gambe, c’era Eric. A malapena cosciente, gli occhi cerchiati da un profondo alone violaceo come se qualcosa gli stesse letteralmente succhiando ogni linfa vitale – ancora una volta Lilith dimostrava di avere un senso dell’umorismo perverso: succhiare la vita a un vampiro… Quello sì che era un paradosso da manuale!
Eppure, nonostante l’aspetto spettrale, Eric Northman era ancora vivo. Rivolse uno sguardo severo ma sofferto a Raistan, il quale sfoderò il coltello a sega e, senza perdere altro tempo a discutere mentalmente con il vichingo, si avvicinò con un balzo e tranciò di netto le ragnatele viscide che lo tenevano avvinto. Eric cadde a terra con un tonfo, mentre i filamenti presero a contorcersi come dei serpentelli a cui fosse stata tagliata la testa e in un attimo saettarono via.
‘Seriamente, a questo punto ho perso il conto di quanti favori mi devi, Northman.’
“Pam… Sookie…” gemette Eric, ancora a terra, “Jessica… loro…”
‘Sì, ho trovato Pam e Lentiggini di là. Che diavolo è questa roba? Vomito di Billith? Comunque non ho visto la cameriera.’
Eric tossì e finalmente riuscì a rimettersi in piedi, digrignando i denti per la fatica e per la rabbia. “Presto! Dobbiamo liberarle, ora!” ruggì, e si slanciò verso il corridoio che riportava nella sala in cui erano intrappolate le due vampire, seguito immediatamente da Raistan e da Tara.
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Sookie sollevò le palpebre a fatica. Sulle prime, l’ovattata oscurità che la circondava la trasse in inganno, facendole credere per un brevissimo istante di trovarsi al sicuro nel lettone della nonna… Ma il miraggio si sciolse come neve al sole quando sentì uno strano, fastidioso zampettare sul suo corpo. Bastò quell’agghiacciante sensazione, da sola, a farla risprofondare nell’incubo con lucida consapevolezza.
“Ci sarai tanto, tanto utile, Sookie Stackhouse” crepitò la voce di Billith. Sookie abbassò lo sguardo appena in tempo per vedere le lunghe zampe artigliate, da enorme tarantola, che la creatura aveva sviluppato e con le quali stava picchiettando sul suo torace e sulle gambe. “Siamo destinati a un luminoso futuro, noi e te assieme…” cantilenò. C’era ancora una fievole inflessione di Bill Compton in quella voce inumana, soprattutto nel modo in cui pronunciava “Sookie”. Ma era un’ombra, un’eco lontana. Sookie cercò di divincolarsi, ma si accorse con disgusto che il suo corpo era ricoperto di una sostanza viscosa che le bloccava le braccia e le gambe.
“Un luminoso futuro? Credevo di essere un abominio” sibilò con sprezzo, mentre cercava di ritirare il più possibile lo stomaco per distanziarsi dalle propaggini del mostro. Tentò di puntare mani e piedi, ma la superficie in cui si trovava distesa era scivolosa e priva di appigli: realizzò che si trattava di una vecchia e sporca vasca da bagno. Fantastico. A che gioco stava giocando, Billith? Voleva fare un bel bagno con lei in una replica grottesca della prima volta in cui aveva fatto l’amore con Bill? L’idea le regalò un breve conato di nausea.
“Un abominio, sì! Lo sei. Ma il punto è che il nostro William Compton non è ancora pronto a lasciarti andare… né ora né mai! E se non lo è lui, naturalmente, come potremmo mai esserlo noi?! Sei troppo preziosa, Sookie Stackhouse. Assieme a te potremo finalmente creare una razza… superiore.”
Le zampe della creatura – simili a quelle di un ragno, ma snodate e viscide come tentacoli di un grosso polpo, continuavano a percorrerla in maniera insidiosa e vagamente lasciva, fino ad arrivare ad accarezzarle il mento e le labbra. Sookie non riuscì a trattenere un moto di disgusto. “Puoi dire al vostro Bill Compton che Sookie Stackhouse lo manda con tanta simpatia a fare in culo!” urlò con ferocia, e mollò un morso alla propaggine più vicina.
Questo naturalmente non fece che aizzare ulteriormente il mostro. Billith avvicinò il volto – i cui lineamenti erano ancora parzialmente umani, il che creava una dissonanza grottesca con la bestialità del resto del corpo - a quello di Sookie, la quale tentò disperatamente di trarsi indietro, soprattutto quando la lingua della creatura saettò fuori. “Sei una ragazza davvero perfida, Sookie Stackhouse” sibilò Billith. “Dovresti abbracciare il tuo destino, invece di combatterlo… in fondo, sei tu che ti sei andata a cercare tutto questo, no? Bill Compton non si sarebbe mai immolato per Noi se tu, da puttana quale sei, non gli avessi voltato le spalle… lui ha cercato rifugio in Noi perché era stato tradito da te.”
Le lunghe zampe artigliate scorrevano sulla sua pelle, graffiandola e facendola sanguinare; ma il peggio era altrove. La lingua di Billith, che guizzava cercando di penetrare nella bocca della ragazza, era ricoperta da un grumo di piccole sfere lattiginose, simili a uova di pesce. Quando Sookie comprese quello che il mostro intendeva fare di lei fu travolta dal panico, che tuttavia fu velocemente rimpiazzato da una rabbia cieca, distruttiva. Non c’era scampo, dunque? Il suo destino era venire ingravidata e usata come incubatrice ‘quasi’ umana da quello che una volta era stato il suo amante? Che cosa… che cosa aveva fatto di male per meritarsi questo? Le coppie normali si lasciavano, prendevano strade diverse e basta… ma per lei le cose non potevano essere così semplici, no! Il suo ex doveva per forza trasformarsi prima in un pazzo terrorista e poi in uno schifoso ragno con manie di onnipotenza e tormentarla per il resto dell’eternità!
“Figlio di… puttana! Non! Mi! Toccare!!”
Il raggio di luce si sprigionò potentissimo e investì in pieno Billith, con un boato assordante.
attimi prima
‘Northman. Smettila. E’ tutto inutile. Stiamo soltanto perdendo tempo.’
Eric ruggì per la frustrazione e tentò per l’ennesima volta di squarciare con il pugnale lo spesso bozzolo che avviluppava il corpo di Pam. Di nuovo riuscì ad aprire un bello strappo, come era successo nei precedenti quindici tentativi; e di nuovo le fibre appiccicose si richiusero a velocità sbalorditiva, tornando ad inglobare Pam nel bozzolo come le fauci di una pianta carnivora.
“Maledizione!” urlò, per poi scagliare il coltello a decine di metri di distanza. Tara mugolò dalla disperazione.
‘Quello schifo è troppo spesso… più cerchiamo di strapparlo via e più peggioriamo la situazione, anzi, rischiamo di rimanere invischiati anche noi! L’unica speranza che abbiamo è che una volta morto Billith periscano con lui tutte le sue dannate propaggini. Dobbiamo provarci, e sperare che Pam e Jessica tengano duro.’
Un boato simile a un’esplosione, subito seguito da uno schianto come di assi di legno fracassate, li interruppe. Eric balzò in piedi e snudò le zanne, voltandosi in direzione del rumore. “Sookie!”
‘Deve essere Billith! Stavolta non lasciamocelo sfuggire!’
Eric lanciò un ultimo sguardo al bozzolo di Pam. Non temere, ti libererò da tutto questo, giurò a se stesso, poi si lanciò alla ricerca del mostro e di Sookie, con Raistan alla sua destra e Tara alla sua sinistra.
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Sookie si guardò intorno, sconvolta e disorientata. La sua luce l’aveva salvata ancora una volta. Ma del mostro non c’era traccia. L’aveva forse ucciso? Impossibile. Si accorse con sollievo che il raggio luminoso era riuscito a sciogliere i filamenti viscosi che l’avevano tenuta avvinta e quindi, con cautela, scivolò fuori dalla vasca e tese le orecchie per captare anche il più lieve rumore e darsela a gambe. Ma i suoi sensi non erano abbastanza sviluppati per potersi accorgere della presenza di un vampiro.
Una mano gelida spuntò dal nulla e le tappò la bocca, facendole quasi schizzare il cuore fuori dal petto per il terrore.
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Raistan stava ancora correndo tra corridoi e camerate con Eric e Tara in direzione del pauroso schianto, quando un singhiozzo strozzato lo bloccò sul posto.
Annusò l’aria e la sensazione di gelo che gli aveva arpionato le viscere non fece che peggiorare. Emma. Era l’odore di Emma. Cristo santo, era l’odore del sangue di Emma! Non era… come era… come diavolo era possibile? Emma era al sicuro, era in Italia, come… come poteva Billith averla scovata e portata lì? Era una trappola, un altro dei vili trucchetti del nano malefico, non poteva esserci alcun dubbio. Ma doveva controllare. Invertì la rotta e si slanciò in direzione della sorgente dell’odore.
‘Van Hoeck! Dove stai andando? Van Hoeck!? Raistan, per la miseria!’ Eric fece un fischio in direzione di Tara e le segnalò di proseguire da sola, poi si voltò e corse all’inseguimento dell’Olandese, che intanto era sparito.
Alcuni minuti dopo Raistan raggiunse una camerata, illuminata solo da una vecchia lampadina che si accendeva e si spegneva a intermittenza, creando un gioco spettrale di luci e ombre. Tra i letti, mezzi rosicchiati dai topi ma ancora disposti in lunghe file ordinate, si intravedeva a malapena la sagoma di una donna rannicchiata a terra, con i capelli scarmigliati, che sussultava tra i singhiozzi.
Emma.
Emma!
Raistan si slanciò in direzione della sagoma, disperato. Ogni neurone gli stava urlando che non era semplicemente possibile, ma si rifiutò categoricamente di ascoltarli. Se quel figlio di puttana aveva torto anche solo un capello alla sua donna…
Eric piombò nella stanza armato di pugnale e aguzzò la vista, perché l’ambiente era completamente buio, tanto che persino le sue pupille da creatura notturna impiegarono qualche secondo ad adattarsi. Avvistò con facilità Raistan, che si era inginocchiato in un angolo e mugolava versi gutturali carichi di disperazione gesticolando curiosamente a mezz’aria. Si concentrò allora per sintonizzarsi sulle sue frequenze mentali.
‘Emma! Svegliati, donna, sono qui… Non preoccuparti, va tutto bene… Lo ammazzo, quel bastardo… E’ tutto ok, mjin kind…’
Non era tutto. Una manciata di lunghi filamenti bianchi – gli stessi che avevano messo sotto scacco Eric stesso poco prima, e che ancora tenevano prigioniere Pam e Jessica – stavano guizzando in direzione di Raistan come lunghissimi capelli canuti animati di vita propria, pronti a fagocitarlo in un lampo. “Van Hoeck!” ruggì Eric. In meno di una frazione di secondo lo aveva afferrato per le spalle e scagliato lontano dalle fottute spire demoniache, poi si era messo in salvo lui stesso. Con sgomento, si accorse tuttavia che il Sommo Maestro dei Diurni, in pieno stato confusionale, era in procinto di riprecipitarsi nell’angolo vuoto in cui credeva di vedere la sua compagna. Lo afferrò per i capelli, come un bambino recalcitrante, e lo mandò a sbattere contro il muro.
‘Lasciami andare, Northman! La mia donna è lì, non vedi? Devo portarla in salvo!’
“Non dire stronzate, Van Hoeck. Non c’è niente di niente lì. Ci sono solo quelle dannate propaggini viscose ed erano a un passo dal prenderti. E’ una trappola, non te ne rendi conto? E’ Lilith che sta mettendo a soqquadro la tua mente per piegarti e ridurti all’impotenza! Svegliati!”
Raistan emise un ringhio gutturale e si acquattò in posizione di attacco. ‘Mi dispiace, Northman. Faresti lo stesso per la tua cameriera. Lasciami passare o ti uccido!’
Eric roteò gli occhi esasperato. Serrò le dita a pugno e lo sferrò in un colpo dalla precisione quasi chirurgica, ma violentissimo, contro il cranio di Raistan, tramortendolo per alcuni secondi.
Quando l’Olandese riaprì gli occhi, si voltò istintivamente a guardare verso l’angolo in cui si trovava Emma… e lo trovò vuoto, del tutto vuoto. Persino la spettrale luce intermittente sembrava sparita.
‘Che… diavolo…’
‘’Che gli Jotnar mi calpestino, se non eri completamente sotto il controllo di Billith! Non c’è nessuna donna in questa stanza, te lo garantisco!’’
Eric e Raistan si guardarono ancora per un altro istante, poi si slanciarono all’unisono fuori dalla stanza per riprendere l’inseguimento troncato a metà qualche minuto prima.
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Sookie tentò di urlare, quando una voce femminile, sconosciuta, le vibrò nell’orecchio.
“Tu devi essere la ragazza ibrido” sussurrò, in una rassicurante cadenza britannica, o forse persino irlandese. “Non voglio farti alcun male, anche se profumi davvero di buono. Io sono Shibeen O’Connor, la creatrice di Raistan. Sono qui per aiutarvi a fare a pezzi il mostro. Ora ti libero la bocca, ma tu non devi fiatare, okay?”
Sookie annuì e la presenza che l’aveva agguantata la lasciò andare dolcemente. Si voltò, ma sulle prime non riuscì a distinguere la vampira che le si trovava di fronte. Poi si accese un fiammifero, la cui debole luce illuminò un volto splendido, punteggiato di lentiggini e circondato da una nuvola di capelli rossi. Shibeen si portò il dito alla bocca. “Ho un piano, ragazza ibrido… ma mi serve il tuo aiuto. Più precisamente, quello del tuo sangue di fata.”*
*Errata corrige: in precedenza avevamo scritto "raggio luminoso" ma in corso d'opera abbiamo cambiato idea sul proseguimento della storia. Il bello della diretta!
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Iris (venerdì, 05 aprile 2013 14:05)
Ok, mi lancio io per prima, oggi!
Sono sempre più sconvolta dai poteri/mutazioni di Billith, nonchè dal vostro impegno per farci mangiare tutte le unghie che abbiamo a disposizione, pure Alien, stavolta! Vero che l'idea era quella? Raistan poi mi preoccupa in modo particolare, sembra che il suo equilibrio mentale stia a poco a poco franando. Prima la crisi isterica dello scorso capitolo, quando si è messo a fare a pezzi il letto, adesso gli attacchi di risa inconsulte, senza contare che in più di una occasione Eric ha dovuto spronarlo a non cedere... Speriamo che tenga duro, è arrivata Shibeen, le cose potrebbero conoscere la svolta definitiva, ma io fossi al posto di Raistan non so se sarei tanto felice di saperla in un luogo tanto pericoloso.
Ho poi provato autentico raccapriccio all'idea che Bill potesse davvero introdurre i suoi... semi in Sookie! Meglio morire, in quel caso.
Voglio vedere un epilogo positivo alla vicenda, ma nello stesso tempo non voglio che finisca! Bravissime, siete le mie autrici preferite!
Aria (venerdì, 05 aprile 2013 15:31)
Mi sa che ho commesso un errore strategico fondamentale a leggere subito dopo pranzo: pensavo che ormai Billith non potesse farmi più schifo di così e invece...quei filamenti disgustosi...
Brrrrrrr.
Starò più attenta per il futuro, ma intanto, ancora complimenti per questa discesa (o ascesa?)nell'horror puro.
In mezzo all'orrore mi sono comunque ritrovata pure a ridere come una cretina per l'intermezzo Raistan (che neppure in mezzo al dramma perde il suo consueto ed apprezzabile senso dell'umorismo) e Tara.
La necessità crea strane alleanze e chissà che questi due possano intendersi, ora che sono finiti entrambi "silenziati" e non possono più scambiarsi complimenti.
Voglio sperare che comunque recuperino entrambi la favella ed organi connessi alla fine. Veroooo?
Così come spero che Pam e Jessica ne escano intere.
Sookie stavolta se l'è vista veramente brutta: credo bene che la rabbia abbia prevalso sul suo panico al pensiero di essere utilizzata come incubatrice!
Che incubo!
Peccato che non sia riuscita a canalizzarla in modo continuativo e costruttivo finora.
Chissà, forse Shibeen (che ha fatto venire un colpo anche a me, perché non l'avevo sentita arrivare) ha una soluzione.
E ce n'è bisogno perché se Raistan, o Eric la prossima volta, vengono di nuovo raggiunti dalla bava allucinogena di Billith, non so proprio che altro potrebbe succedere...
LuciaG (venerdì, 05 aprile 2013 16:08)
@Iris: è curioso quello che dici sullo stato mentale di Raistan, e non è la prima volta che dici cose particolari; durante la lavorazione di questo capitolo, infatti, mi sono ritornate in mente le parole di Pam quando parlava di Raistan con Jessica e Tara, mi sembra, e le metteva in guardia contro di lui ricordando il suo scarso equilibrio. Intanto finora trovo che il suo controllo di se stesso sia stato ammirevole, ma ogni volta che penso a quando si renderà conto che Shibeen lo ha raggiunto, provo una sensazione di turbamento. E non so come sia per Claudia, ma io ascolto molto le sensazioni che provengono dai personaggi e non le contrasto mai, cerco anzi di incanalarmici. Sono loro a decidere cosa fare, il più delle volte.
In ogni caso, Raist dovrebbe rendersi conto che l'aiuto di Shibeen è necessario!
Grazie, comunque, i tuoi commenti sono sempre molto acuti!
@Aria: Anche i tuoi commenti sono sempre bellissimi, e mi piace soprattutto come cogli sempre l'ironia delle situazioni e ti ci lasci trasportare. Anch'io sono curiosa di vedere a cosa porterà l'alleanza Tara/Raist, è proprio vero che il silenzio è d'oro.
Creo che ora sia soprattutto necessario che i nostri amici raccolgano le forze e facciano davvero fronte comune e compatto contro il bastardo. Avere dalla propria parte una vampira millenaria e in piena forma come Shee può sul serio fare la differenza!
Un grazie anche a te e un bacio.
Claudia (venerdì, 05 aprile 2013 17:45)
@Iris: sì, citazioni da Alien a gogo, hai visto giusto! Hai anche ragione a preoccuparti per lo stato mentale di Raistan: lo sappiamo, è molto meno razionale di Eric e finora è riuscito a rimanere fin troppo calmo e controllato per la sua natura... Ma la situazione è esasperante, non sa se riusciranno ad uscire mai da quel maledetto manicomio, non sa neanche se riuscirà mai a riavere la sua bocca... e l'istinto di mordere, se non altro per nutrirsi, è semplicemente vitale per un vampiro. Ho paura che non sarà facile per lui resistere oltre. Se non altro, Tara ha perso la lingua, ma può ancora nutrirsi con difficoltà. A questo punto si può solo sperare che il piano di Shibeen, qualunque esso sia, abbia successo.
@ Aria: l'idea che Raistan e Tara finissero per condividere, ironicamente, la stessa sorte era troppo ghiotta per lasciarcela scappare. Inoltre, ci serviva un comic relief, seppure breve, per riprendere un po' di fiato tra una scena horror e l'altra. Trovo che Raistan e Tara, silenziati assieme, siano davvero "la strana coppia" e confido che dopo questa esperienza si sopporteranno a vicenda con più facilità.
Grazie dei commenti, siete fantastiche.
Mabel (venerdì, 05 aprile 2013 22:37)
L'immagine di Billith che vuole usare Sookie come incubatrice popolerà i miei incubi per secoli! In compenso sono davvero felice che sia arrivata Shibeen. E' un personaggio che adoro!
Posso fare un plauso Abillith per aver tagliato la lingua a Tara, temo che le ricrescerà, ma finalmente una soddisfazione.
Tutto il dialogo fra Sookie e Billith era davvero agghiacciante, così come l'immagine dei bozzoli ( anche se non ho visto Aline e dopo questa non credo neppure che lo vedrò). Eric sta cercando di mettersi in pari con Raistan in quanto a favori, ma dovrà darsi da fare, in questo giro l'olandese non ha perso occasione di salvarlo. Molto carino anche il pensiero di vendetta per Isabel!
LuciaG (venerdì, 05 aprile 2013 23:30)
@Mabel: Alien è un bel film, il mio preferito è il numero 2, ma di certo è per stomaci forti, e anche a me l'idea di quel coso che vuole usare Sook come incubatrice ha fatto piuttosto senso!
Il punteggio "chi salva chi" tra Eric e Raistan non lo sto tenendo, di sicuro è positivo che non sclerino mai nello stesso momento, se no sarebbe la fine! però, come dicevo a Iris, il suo equilibrio sta arrivando agli sgoccioli...
Grazie anche a te per i commenti sempre costanti!
Sonia (venerdì, 12 aprile 2013 23:29)
Eccomi finalmente! Che dire questa storia acchiappa proprio ed è piena di colpi di scena.
Povero Raistan certo è ridotto malino spero che risolva al più presto il suo problemino con la bocca, mi mancano le sue battute taglienti.
Certo con Billith ci siete andate giù pesanti... BRAVE! La sua trasformazione in tarantola con i bozzoli mi ricorda IT di Stephen King speriamo che faccia la stessa fine del clown.
Complimenti ancora a tutte e due anche se non commento vi seguo sempre!